“Cento cani sopra una gatta”: le chat agghiaccianti del branco che ha stuprato la 19enne a Palermo

19 Ago 2023 19:20 - di Redazione
Palermo chat

Le chat dell’orrore. Emergono nuovi dettagli sullo stupro di gruppo a Palermo ai danni di una 19enne,  che ha portato a sette arresti. In particolare, gli investigatori hanno acquisito alcuni messaggi mandati dagli indagati dopo la violenza. Si raggiunge unb libello di bassezza difficilmente immaginabile. “Se ci penso mi viene lo schifo perché eravamo cento cani sopra una gatta: una cosa così l’avevo vista solo nei porno, eravamo troppi e sinceramente mi sono schifato un poc. Però che devo fare la carne è carne, ma ti giuro dopo che si è sentita pure male: piegata a terra, ha chiamato l’ambulanza, l’abbiamo lasciata lì e siamo andati via. Voleva farsi a tutti, alla fine gli abbiamo fatto passare il capriccio”. E’ il messaggio di unbo di loro, l’unico (pare) che conosceva la vittima 19enne. Proprio nel cellulare di quest’ultimo sarebbero stati trovati due video della violenza, che sarebbero stati inviati ad altre persone.

Stupro di Palermo, le chat dell’orrore: “Le davamo pure gli schiaffi, non respirava”

Dalle intercettazioni delle conversazioni delle “belve”, captate al Comando provinciale dei carabinieri, emerge inoltre che la vittima è stata anche picchiata: “Le ho fatto male, lei non voleva, faceva ‘no, basta’… I pugni che le davano e pure gli schiaffi, non respirava”. Per il gip “si coglie la consapevolezza dell’azione violenta; e della realizzazione dei rapporti sessuali con modalità aggressive e violente che avevano devastato fisicamente la ragazza. La quale, secondo i loro ricordi, aveva detto ‘basta'”, come riporta Palermo Today.  “Dalle loro parole si comprende come, benché moralmente del tutto indifferenti rispetto a quanto accaduto, fossero consci delle possibili conseguenze dei gravi fatti denunciati; vaneggiando su propositi di fuga all’estero”, ha detto il gip al Tgcom24. Infatti, dalle intercettazioni alcuni degli indagati si mostravano preoccupati. “Qua la situazione si sta facendo seria, vedi, ora ci mettono tutti nella stessa cella!”, ha detto uno di loro.

Uno degli stupratori ha ripreso tutto con il cellulare riprende e nel frattempo scriveva  a un amico: «Stiamo facendo un bordello». «Stai attento a questi video non è che spunta che l’avete stuprata», suggerisce l’altro. Che gli risponde così: «Infatti adesso li sto eliminando tutti, li sto mandando solo a chi dovevo mandare, li elimino perché non ne voglio sapere più niente di questa storia».

Carolina Varchi: “Sgomenta e indignata, una barbarie”

“La violenza sessuale avvenuta a Palermo lascia sgomenti e indignati. Da donna, voglio esprimere la mia vicinanza alla ragazza e alla sua famiglia. Mi auguro che la giustizia faccia presto il suo corso. Perché barbarie come queste non sono ammesse in una società civile”. Lo scrive Carolina Varchi, deputata di Fdi e vicesindaco di Palermo, sulla propria pagina Facebook.“Voglio sottolineare – aggiunge – il coraggio della ragazza. Denunciare la violenza rappresenta un importante gesto, che sia da incoraggiamento per tutte. Da vice sindaco, – conclude Varchi – chiederò all’avvocatura di costituirsi parte civile. Nessuna deve restare sola”.

 

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