Cina, aumentano gli immobili pignorati. La crescita lenta è un’ incognita per il futuro

19 Ago 2023 18:15 - di Giulio Fioretti
immobili

Il numero degli immobili pignorati in Cina è aumentato di quasi il 20% nel primo semestre di quest’anno rispetto a un anno fa: sono circa 304.000, infatti, le proprietà pignorate, comprese 179.000 case, andate all’asta nella prima metà di quest’anno secondo il rapporto della China Index Academy. “I proprietari di immobili aziendali o individuali non sono riusciti a pagare il mutuo dopo il rallentamento dell’economia cinese, con conseguenti azioni legali e ordinanze dei tribunali”, ha spiegato Wang Yuchen, capo dello studio legale Jinsu di Pechino al sito di informazione finanziaria Yicai, nei giorni scorsi. L’aumento maggiore nel primo semestre è stato registrato nella Cina centrale, con i pignoramenti nella provincia di Henan che sono aumentati di oltre il 63%, secondo il rapporto.

I pignoramenti degli immobili in base alle province

La provincia del Sichuan nel sud-ovest ha registrato un aumento del 51%. Altre zone calde le province di Guangdong e Jiangsu, oltre a Chongqing. Questi dati sono l’esito di una strada imboccata diverso tempo prima, dal momento che l’iter dura almeno uno o due anni. Ora col rallentamento della crescita economica la percentuale di mutuatari insolventi sarà destinata ad aumentare, ha fatto notare a Yicai Wang Shenglan, direttore generale di Lanjing investment management, per cui potrebbero esserci più pignoramenti l’anno prossimo e nel 2025, ma forse non aumenteranno più del 20%.

Il caso Evergrande e il rallentamento del Drago

La bolla del colosso Evergrande, con oltre trecento miliardi di dollari di debiti, potrebbe non essere l’unico caso in Cina. La crescita del Pil non rispetta le previsioni degli analisti e il Drago cinese rallenta. Tutto questo può comportare ovviamente anche un ulteriore effetto domino sull’economia internazionale, anche se non è indicativo di nessun declino . La concorrenza forte dell’India e dei Paesi del Brics e le sanzioni preannunciate da Biden sulle esportazioni sono altre minacce per XI. Lo yuan è arrivato ai minimi storici nel cambio con il dollaro. Insomma, l’ascesa inarrestabile prevista un decennio non c’è stata. Ma è ancora troppo presto per parlare di crisi.

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