Femminicidio in Alto Adige, l’assassino turco si era licenziato per pedinare la povera Celine

14 Ago 2023 16:32 - di Francesca Amendola
femminicidio

Il femminicidio di Silandro, in Alto Adige, con vittima la povera  Celine Frei Matzohl, la 21enne uccisa domenica  a Bolzano, si tinge di nuovi particolari. Il 28enne Omer Cim, l’ex fidanzato turco della ragazza autore dell’omicidio,  che in passato avrebbe lavorato come macellaio in un’azienda di speck della zona, a fine luglio si era licenziato dall’hotel di Laces dove lavorava come tuttofare, per pedinare l’ex fidanzata. Un vero e proprio piano ordito per molestare progressivamente la giovane fino al tragico epilogo di domenica.

La ragazza era pedinata

Omer Cim, il 28enne di origine turca che risiede in Val Venosta, seppur la relazione fosse finita, aveva comunque mantenuto i rapporti con Celine. La ragazza, che aveva trovato la forza di lasciare il compagno, aveva raccontato  nelle scorse settimane agli amici, con i quali voleva festeggiare la fine di quel rapporto tossico, organizzando una colazione insieme, che l’ex la pedinava. L’uomo è stato fermato dai carabinieri dopo che lo stesso si era dato alla fuga tentando di scappare in Austria. L’auto di quello che è considerato il presunto omicida, che nelle ore successive al fermo non ha parlato o confessato, è stata recuperata su un prato tra Curon Venosta e passo Resia dopo essere uscita di strada, inseguita dai carabinieri.

All’interno dell’appartamento i militari hanno sequestrato quella che potrebbe essere stata l’arma con la quale Cim ha ucciso la ragazza.  Nel solo Trentino Alto Adige nelle ultime due settimane sono state uccise tre donne, Mara Fait di 63 anni a seguito di una lite condominiale nella zona di Rovereto, Iris Setti di 61 a seguito di un’aggressione da parte di uno sconosciuto in un parco cittadino sempre a Rovereto.

Mercoledì l’udienza di convalida per il femminicidio

Mercoledi 16 è prevista l’udienza di convalida dal Gip per l’uomo. L’accusa è omicidio volontario aggravato da stalking e dai futili motivi. Sul punto è intervenuta la deputata della Lega, Simona Loizzo, secondo la quale “i femminicidi di questi giorni nel Trentino Alto Adige esigono una risposta netta da parte della giustizia. Si tratta di antisociali criminali e non di matti e come tali vanno trattati” aggiunge l’esponente del Carroccio.

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