Il dossier sulle violenze che dà ragione a Giambruno: “I rischi aumentano se c’è abuso di alcol”
«Vi è una relazione sempre più stretta tra l’uso-abuso di droghe e alcol e l’aumento di fenomeni di violenza», specie tra adolescenti e giovani. No, non è Andrea Giambruno ad affermarlo. I suoi detrattori scatenati dovranno, loro sì, chiedergli scusa. O si indigneranno ugualmente contro un report dettagliato di cui dà meritoriamente conto il Messaggero? Si tratta del dossier indicativo già nel titolo: “La violenza è solubile in alcol”. E’ stato elaborato dalle avvocatesse Valentina Guerrisi e Giada Caprini dello studio legale di Roberto De Vita. Le fonti e gli studi sottesi al documento provengono da istituti di ricerca statunitensi e dall’Organizzazione mondiale della sanità. Tutto da leggere se si ha a cuore il tema oltre le polemiche.
“La violenza è solubile in alcol”: il dossier
De Vita parla chiaro: «Gli studi sul coinvolgimento dell’alcol nella perpetrazione di aggressioni sessuali da parte di giovani maschi hanno riscontrato una forte connessione: un’indagine in 10 paesi dell’Europa centrale e meridionale – si legge nel report – ha rilevato che sia l’aggressione sessuale che la vittimizzazione sessuale sono associate al bere in combinazione con il sesso». Basterebbero questi dati a smontare le polemica di questi giorni sulle violenze sessuali di Palermo e Caivano; e sulle parole espresse dal giornalista e compagno della premier che la sinistra ha trasformato in un mostro.
Collegamenti tra l’uso di alcol e il rischio di subire un’aggressione sessuale
«Gli studi hanno evidenziato una serie di collegamenti tra l’uso di sostanze e il rischio di subire un’aggressione sessuale. All’aumento di vulnerabilità che ne deriva, infatti, si aggiunge nella maggior parte dei casi – spiega il report – una condizione di “incapacitazione”: l’effetto delle sostanze può abbassare le inibizioni e il livello di attenzione; mettendo a rischio la capacità di riconoscere situazioni pericolose e di prendere decisioni consapevoli». Ancora: «In alcuni casi, gli aggressori possono utilizzare droghe o alcol per rendere le vittime incapaci di resistere o proteggersi da un’aggressione sessuale. Questa pratica – si legge nella ricerca delle due avvocatesse – è spesso indicata come “stupro indotto”».
Abuso di alcol in età precoce può sfociare negli abusi sessuali
L’alcol infatti è un potente amplificatore degli effetti “di alcune sostanze usate dagli aggressori per facilitare una violenza sessuale”. Sostanze spesso diluite nelle bevande. “Entro 30 minuti dall’ingestione, la persona può avere difficoltà a parlare o muoversi e può svenire, divenendo vulnerabile alla violenza”. Tutto questo mix annebbia i ricordi fino a farli svanire. Spesso, infatti, nei casi di aggressione le vittime non ricordano di ciò che è accaduto, e per tale ragione spesso non denunciano. Le molte voci che si sono levate in questi giorni in difesa dei buoni consigli da padre di famiglia di Andrea Giambruno avevano evidenziato come le sue parole avessero acceso un focus sull’abuso di alcolismo da parte di ragazzi e ragazze. Un aspetto che un rapporto del 2021 dell’Oms- citato da De Vita- aveva evidenziato: “Le piattaforme digitali sono diventate un potente strumento di marketing per gli alcolici”. Un fenomeno in crescita per cui «il consumo di sostanze alcoliche quale strumento di convivialità viene socialmente accettato. Il problema sta nell’abuso, nell’esagerazione, non certo nella socialità: “con l’insorgenza in età precoce di comportamenti di abuso che, nella maggior parte dei casi, sfociano in atti di violenza, soprattutto di tipo sessuale».