Il fenomeno dell’estate è il granchio blu: tutti lo vogliono ma il nutrizionista mette in guardia…

11 Ago 2023 10:10 - di Leo Malaspina

Da nemico numero uno di cozze e vongole a piatto prelibato e nutriente. Potrebbe essere il futuro del famigerato granchio blu, diventato il protagonista anche di un intervento del Governo per contrastare i danni al settore degli allevamenti dei molluschi di questo predatore del mare arrivato nel Mediterraneo dal Nord America. “Il granchio blu è vorace e sta determinando danni all’ecologia e all’economia delle aree marine, ma può diventare un alleato a tavola. E’ ricco di proteine di alta qualità e povero di acidi grassi saturi. Quindi uno scudo per il cuore ma occhio ai livelli di sale”. Lo sottolinea all’Adnkronos Salute Mauro Minelli, immunologo e docente di ‘Fondamenti di dietetica e nutrizione’ all’Università LUM, analizzando le caratteristiche del ‘Callinectes sapidus’ o granchio blu.

Il boom del granchio blu e l’ingresso nei menu quotidiani

“In questi ultimi anni, ne è stato rilevato un numero crescente di esemplari lungo le coste del Mediterraneo – ricorda Minelli – Pensando alla possibilità di utilizzarlo come alimento nei nostri menù quotidiani o, magari, di trovarlo nella lista dei piatti a base di pesce dei ristoranti italiani, può essere opportuno analizzare le sue proprietà nutrizionali per comprendere se il suo uso può apportare o meno benefici alla nostra salute. Secondo analisi già effettuate e rese note dal dipartimento dell’Agricoltura Usa, una porzione di 100 grammi di carne di granchio blu apporta all’incirca 87 kcal, date da 0,04 g di carboidrati, 1,08 g di grassi – dei quali appena lo 0,22 g di grassi saturi, ossia quelli cattivi – e circa 18g di proteine, con una elevata presenza di sale (732,5 mg). Si può dedurre – osserva – che il granchio blu è una fonte preziosa di proteine di alta qualità, è adatto a coloro che vogliono controllare l’apporto di carboidrati e sono un’ottima opzione per promuovere la salute cardiaca in quanto a basso contenuto di acidi grassi saturi, notoriamente nocivi per la salute”.

Il carico prezioso di minerali e di vitamine

Essendo un crostaceo, poi, “ha sicuramente un alto contenuto di minerali come zinco, selenio, rame, nonché di vitamine del gruppo B e vitamine E e D – analizza Minelli – Ma, considerando l’alto contenuto di sale, a questi crostacei devono prestare particolare attenzione le persone ipertese e con patologie renali e ritenzione idrica, così come i soggetti allergici considerando – conclude – le importanti proprietà istamino-liberatrici tipiche di questa tipologia di alimenti”.

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