La Cina riscopre la crisi della fertilità. Dopo il sorpasso dell’India, nuova politica demografica
Per decenni la Cina ha dovuto combattere con la sua grandezza demografica, arrivando al punto di imporre la politica del figlio unico per contrastarla. Ma dopo il sorpasso dell’India, divenuta la nazione con più abitanti del mondo, Pechino ha deciso di cambiare strategia.
Tasso di fertilità ai minimi storici
Il tasso di fertilità della Cina è sceso ai minimi storici di 1,09 nel 2022, a dispetto degli sforzi della leadership comunista per invertire la rotta. Lo riporta il National Business Daily, testata statale, secondo cui i dati del Centro cinese di ricerca sulla popolazione e lo sviluppo lo indicano come uno dei trend più bassi tra i Paesi con una popolazione di oltre 100 milioni. La Cina, che già vanta uno dei livelli più critici insieme a Corea del Sud, Taiwan, Hong Kong e Singapore, sta cercando di far ripartire le nascite preoccupata per il primo calo della popolazione nel 2022 in sei decenni e per l’invecchiamento rapido della società attraverso una serie di misure per aumentare il tasso di natalità, inclusi incentivi finanziari e migliori strutture per l’infanzia.
La Cina “si impegna a una fertilità moderata”
Il presidente Xi Jinping ha presieduto a maggio un incontro sul tema per poter approfondire l’argomento: Pechino, a tal proposito, si concentrerà su istruzione, scienza e tecnologia per migliorare la qualità di vita della popolazione e si sforzerà di mantenere un livello di ” fertilità moderata”, al servizio della crescita economica in futuro. Gli alti costi per l’assistenza all’infanzia e la necessità di interrompere la carriera hanno scoraggiato molte donne dall’avere più figli o hanno addirittura spinto a rinunciarvi. Inoltre, la discriminazione di genere e gli stereotipi tradizionali delle donne che si prendono cura dei propri figli sono ancora diffusi in tutta la Cina . Le autorità negli ultimi mesi hanno aumentato la retorica sulla condivisione del dovere di educazione dei figli, ma il congedo di paternità è ancora limitato nella maggior parte delle province.
L’ombra di Nuova Delhi
L’India, come ha ricordato in un’intervista al Secolo, Marco Minniti, ha festeggiato il sorpasso demografico ai danni di Pechino. L’economia di Nuova Delhi non ha paura della crescita di abitanti e si affida alle tecnologie, ai soldi che arrivano dai suoi migranti, alla ricerca. Nello scacchiere geopolitico proprio il Paese indiano può rappresentare un problema in termini di competizione per la Cina, che mantiene saldamente la sua fisionomia comunista in un’ottica di capitalismo e che deve fronteggiare anche le possibili, nuove sanzioni sulle esportazioni da parte di Biden. Un argomento di riflessione che impegnerà certamente gli analisi nel prossimo futuro. La Cina, seconda economia mondiale, sta facendo i conti con una crescita più lenta del previsto: secondo gli ultimi dati ufficiali, la produzione industriale ha subito un rallentamento a luglio, registrando un modesto aumento del 3,7% rispetto all’anno precedente, rispetto al 4,4% del mese precedente. Questo rallentamento ha suscitato preoccupazioni poiché minaccia il traguardo del 5% stabilito dal governo di Pechino per il 2023.