La Francia vieta la tunica “abaya” alle studentesse musulmane: “Non si ostentano i segni religiosi”

28 Ago 2023 13:58 - di Redazione
Abaya Francia

Nuova polemica in Francia sulla “abaya”, abito delle donne islamiche non espressamente religioso ma che spopola fra le studentesse, in particolare nelle banlieue. Il ministro dell’Educazione nazionale, Gabriel Attal, ha annunciato che con il nuovo anno scolastico la “abaya”, che copre tutto il corpo e si può acquistare in tutti i grandi magazzini, sarà proibito nelle scuole pubbliche. Questa mattina il portavoce del governo, Olivier Véran, ha confermato ai microfoni di BFM che si tratta “chiaramente” di un abito religioso e che la scuola “è il tempio della laicità”.

La Francia vieta la tunica “abaya” alle studentesse musulmane

La diffusione della “abaya” negli spazi pubblici è stata finora “tollerata”, anche se l’abito è sempre stato più frequentemente “consigliato” dai religiosi ortodossi islamici più ortodossi. Nelle scuole delle banlieue le ragazzine si presentano con l’abito lungo e largo che copre tutto il corpo fino ai piedi. E la testa avvolta nel velo, che scostano soltanto all’ultimo momento entrando nel cancello della scuola. “Siamo sempre stati chiari – ha detto Véran – la scuola è il tempio della laicità. Non si va a scuola per fare proselitismo religioso ma per imparare. Quando si è in classe non ci si deve trovare esposti a segni religiosi ostentatori”.

Il ministro Attal: “Non si deve essere in grado di identificare la religione degli studenti guardandoli”

Il ministro Attal ha aggiunto di voler incontrare già in settimana tutti i direttori e presidi di scuole per aiutarli nell’applicazione di questo divieto. Entrando in un’aula, ha aggiunto, “non si deve essere in grado di identificare la religione degli studenti guardandoli”. La decisione del governo parigino va incontro alle richieste dello Snpden, il sindacato nazionale degli insegnanti, che chiedeva da settimane al ministero dell’Istruzione di decidere: in un senso o nell’altro, in modo tale che la responsabilità di accettare o rifiutare l’abaya a scuola non ricadesse più su insegnanti e dirigenti scolastici. “Gli annunci di Gabriel Attal sui test di specialità (rinviati a giugno) e sull’abaya hanno il merito della chiarezza e del coraggio”, ha scritto lo Snpden su X (ex Twitter). Plauso anche di Sophie Vénétitay, segretaria generale dello Snes-Fsu, il più grande sindacato della scuola secondaria , riporta il Giornale.

Tunica abaya: il divieto va incontro alla richiesta del sindacato insegnanti

Il quotidiano di Minzolini riporta inoltre il clima che si è istaurato nelle scuole francesi dopo la morte, nell’ottobre 2020, di Samuel Paty: il professore di storia e geografia barbaramente ucciso da un terrorista islamico all’uscita del collegio di Conflans-Sainte-Honorine (Yvelines). “Secondo un sondaggio pubblicato dal sindacato Snpden e presentato lo scorso marzo, un gran numero di presidi e assistenti non hanno denunciato episodi nei quali la laicità nelle scuole veniva minacciata per paura. Una “riluttanza generale” che spiega, secondo il sindacato, “la paura di non essere seguiti dall’istituzione e di ritrovarsi soli al fronte”. Ora la decisione del ministro dell’istruzione fa chiarezza., Non  man cano le critiche da sinistra,  con La France Insoumise che ha denunciato un provvedimento “incostituzionale”: “fin dove arriverà la polizia dell’abbigliamento? – ha twittato la deputata Clémentine Autain -: la proposta di Gabriel Attal è incostituzionale, contraria ai principi fondatori della laicità”.

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