L’odio di Travaglio arriva pure alla figlia della Meloni: lo sfregio sul “Fatto” a un momento di tenerezza
Il gusto di passare con le scarpe chiodate su tutti. L’odio di Marco Travaglio arriva fino alla realizzazione di un fotomontaggio che sfrutta uno scatto della premier Meloni con Ginevra, sua figlia. Il tutto per un futile motivo: suffragare una tesi che sta solo nella sua testa: “Fratelli d’Italia Viva: Renzi è al governo”, è il titolo di prima pagina sopra la foto del Il Fatto quotidiano del primo agosto. L’immagine è di una insensibilità clamorosa: nel fotomontaggio si utilizza lo scatto che su Instagram aveva postato il premier con sua figlia, in volo di ritrno da Washington; e si sostituisce la piccola Ginevra con la faccia di Renzi. Il tutto per suffragare una tesi bislacca, fondata su una cena dello scorso week end al Twiga, il locale del ministro Santanché. Alla quale erano presenti Maria Elena Boschi, il deputato Francesco Bonifazi e il consigliere regionale Luciano Nobili e il direttore del Riformista Ruggeri. Travaglio non c’ha visto più. Quello che in altri giornali è gossip per lui è oro colato: “Cena al Twiga e voti in Parlamento”. La tesi astrusa su una proiezione politica di una cena è un retropensiero su cui Travaglio è liberissimo di elucubrare, naturalmente. Ma l’immagine usata per illustrare la sua tesi è offensiva, irrispettosa delle persone, vergognosa verso una bambina che era l’anima di quel post manipolato.
L’odio di Travaglio non si ferma neanche davanti a un foto con la piccola Ginevra
Non bastando il cannoneggiamento continuo contro Meloni, contro il compagno Andrea Giambruno, affidato agli artigli di Selvaggia Lucarelli, Il Fatto arriva alla cattiveria di manipolare uno scatto di impronta intima che ha intenerito gran parte dei media che l’hanno riportato. Il limite della decenza è superato. Travaglio sforna un editoriale dei suoi, a presa in giro. “Siamo molto preoccupati per Giorgia Meloni. E non per quisquilie come la rivolta dei poveri senza più Reddito, il crollo del Pil; il boom di bollette, inflazione e benzina; le gaffe e le chiome del fidanzato-mezzobusto: a questo e a molto altro c’è rimedio. Ma per l’unico guaio davvero irreparabile e definitivo che sta per investirla, ben più letale dei cambiamenti climatici e a prova di negazionisti: Renzi nella maggioranza”. Dunque, il punto è l’odio per Renzi, il lutto perenne di Travaglio per il “Conticidio”. Ebbene, Travaglio e la redazione del Fatto avrebbero potuto trovare altre immagini per illustrare il senso politico che volevano dare all’edizione del primo agosto. La scelta proprio di quella foto delinea la volontà di farsi beffa di quell’immagine, rivoltandola a piacimento. Insomma, un’irrisione. La forma è sostanza.
Il livore di Travaglio oltre ogni limite; come utilizza il post tenero di Meloni e figlia
E che dietro la scelta editoriale del fotomontaggio vi sia il livore anti meloniano si evince dalla parole dell’editoriale in cui scrive: la Meloni è più “furba” di Letta, Salvini, Draghi e Conte, che caddero nella rete del leader di Iv. “Il povero Calenda, l’ultimo allocco a mettersi in casa l’impiastro. La Meloni è furba”, conclude dunque Travaglio al veleno: “ma può farci poco. Le avance renziane non basta rifiutarle: bisogna non meritarle. E lei le merita tutte”.