Luciano Spalletti nuovo ct della Nazionale. Contratto fino al 2026, nessuna clausola al Napoli
Luciano Spalletti è il nuovo commissario tecnico della Nazionale. Un giorno prima l’inizio del campionato di quel “suo” Napoli al quale ha regalato lo scudetto, arriva la notizia ufficiale da parte della Figc. Sarà il cinquantatreesimo allenatore di una nazionale che è ancora campione d’Europa in carica e che è rimasta orfana, da cinque giorni, del suo timoniere, Roberto Mancini, dimessosi il 13 agosto.
“Diamo il benvenuto a Spalletti- ha dichiarato il Presidente della FIGC Gabriele Gravina -, la Nazionale aveva bisogno di un grande allenatore e sono molto felice che abbia accettato la guida tecnica degli Azzurri. Il suo entusiasmo e la sua competenza saranno fondamentali per le sfide che attendono l’Italia nei prossimi mesi”. L’esordio contro la Macedonia, il 9 settembre, per le qualificazioni agli europei del 2024 in Germania. Non risulta che sia stata pagata la clausola liberatoria al Napoli e si profila uno scontro nelle aule della giustizia sportiva.
Spalletti, il genio incompreso e la lite con il “capitano”
64 anni, toscano, esploso ad Empoli e poi ad Udine, Luciano Spalletti emerse nel grande calcio allenando la Roma. Quattro stagioni di grande livello, due scudetti sfiorati( uno dei quali probabilmente mancato a causa anche dalle decisioni arbitrali), l’invenzione di Totti centravanti e una squadra che dava spettacolo.
Poi, la migrazione in Russia e la vittoria di due scudetti con lo Zenit di San Pietroburgo.
Il ritorno a Roma coincise con il record di punti e il secondo posto ma anche con i litigi con Francesco Totti.
Lo mise addirittura fuori squadra, fece errori di immagine ( come evitargli la standing ovation a Milano) ma forse fu lasciato solo dalla società a gestire un addio che era in ogni caso traumatico.
L’Inter e l’impresa di Napoli
Dopo Roma è la volta dell’Inter. Anche qui litiga con il giocatore simbolo, Icardi, ma riporta i nerazzurri in Champions. Marotta gli dà il benservito e lui si prende da esonerato i nove milioni di stipendio biennale più il premio scudetto.
Poi, l’impresa di Napoli. Primo anno terzo posto, secondo anno capolavoro, con uno scudetto vinto già a novembre e una semifinale di Champions privata dagli arbitraggi incerti e dagli infortuni. Lascia da vincente, forse per la mai piena sintonia con Aurelio De Laurentis, e si prende un anno sabbatico, con tanto di clausola, che diventano due mesi e mezzo.
Il nodo clausola: che farà Adl?
Se, a quanto pare, non è stata pagata alcuna clausola, si profila un duro scontro nelle aule della giustizia sportiva europea tra Aurelio De Laurentis e Luciano Spalletti. La penale è di tre milioni di euro. Il Napoli la deve ottenere direttamente dall’allenatore. La Figc la ritiene non valida perché la Nazionale non viola il principio di concorrenza ma la società campana è disposta ad andare sino al Tas. Il rischio è che, se il massimo organo sportivo desse ragione al Napoli, Spalletti possa andare incontro a una squalifica. Un’altra querelle per il calcio italiano.