Meglio le lacrime di Pichetto di quelle della Fornero. Almeno non producono esodati

2 Ago 2023 10:44 - di Alberto Consoli
lacrime Pichetto Fornero

Due pesi e due misure pure sulle lacrime dei ministri. Quanta ironia, quando dileggio sulle lacrime di Pichetto Fratin. Quanto rispetto ed empatia per quelle di Elsa Fornero. Rinfrescare la memoria non guasta. La ministra del Lavoro del governo Monti, non a caso definito “lacrime e sangue”, si commosse dopo avere varato la riforma delle pensioni più dura che si ricordi. E che causò decine di migliaia di esodati: ossia persone che, a una passo dal meritato riposo, si trovarono con un pungno di mosche, senza lavoro e senza pensione. Fu un errore dell’allora ministra. Eppure le sue lacrime all’epoca vennero dipinte come segno di comprensione umana. Diverso il trattamento riservato al ministro dell’ambiente del centrodestra.

Il doppiopesismo delle lacrime: Pichetto sbeffeggiato, Fornero rispettata

I giovani del Giffoni Film Fest con le loro ansie legate all’Ambiente sul futuro hanno colpito Gilberto Pichetto Fratin, che non ha trattenuto le lacrime. Tirandosi dietro polemiche a non finire. Una ragazza, Giorgia, ha ammesso di soffrire di  “l’eco-ansia”, ammettendo di non voler fare figli in un mondo così a rischio. Al netto di come la si possa pensare su una sindrome indotta dal catastrofismo, commuoversi non è un reato. Eppure ha dovuto difendersi per questo momento di commozione in una lunga intervista al Correre della Sera. La segretaria del Pd era stata la più dura: “Non ce ne facciamo niente delle lacrime da coccodrillo del ministro Pichetto”.  ”Guardi che commuoversi o non commuoversi non è mica una scelta- sono le parole del ministro intervistato-. Ovviamente se uno è sincero e non recita.  E le dico anche un’altra cosa, ha aggiunto: “ho fatto una grandissima fatica a trattenermi e ce l’ho anche fatta, visto che avrei pianto molto di più”.

Le lacrime di Pichetto non hanno fanno danni come quelle della Fornero

A Pichetto le lacrime sono state fatte pesare. E lui ha dovuto spiegare che non ha nulla di cui pentirsi: «Di che cosa dovrei pentirmi? – ha replicato- . Di essermi emozionato di fronte a una ragazza che, nel rivolgersi a me, piangeva preoccupata? La risposta è assolutamente no. E poi, tanto per essere chiari: nel privato, in certe situazioni che ti costringono a esserlo, io sono emotivo”.  Lui si è dovuto giustificare, mentre la Fornero che le lacrime le provocò a tanti italiani, non ebbe dalla stampa massicce dosi di cattiveria ed ironia. Eppure, le ripercussioni che le sue misure provocarono misero nei guai tanti lavoratori, inguaiando le generazoni successive. Non risulta, invece che il ministro dell’Ambiente sia autore di misure che inguaino i cittadini italiani. Le lacrime della Fornero furono accolte con rispetto. Su molti quotidiani si dissertò sulla “fenomenologia delle lacrime”, altri scrissero: “Anche i tecnici hanno un’anima”. Insomma, per lei l’approccio emotivo fu considerato e rispettato senza frizzi e lazzi. Un doppiopesismo delle lacrime ridicolo, oggi che al governo c’è il centrodestra. Meglio le lacrime di Pichetto, non c’è dubbio.

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