Nasce l’Archivio storico dell’Ecologia nazionale: cos’è e come funziona il progetto di Eclettica Edizioni

31 Ago 2023 15:22 - di Mario De Rogatis
archivio ecologia nazionale

La storia dell’ambientalismo di destra – attraverso i suoi documenti, i suoi manifesti, i suoi giornali – trova una casa presso Eclettica Edizioni. Insieme all’Istituto “Stato e Partecipazione”, infatti, la casa editrice ha realizzato un “Archivio storico dell’Ecologia nazionale” che raccoglie materiale arrivato dagli archivi privati per metterlo a disposizione di ricercatori e centri studi e di quanti in via più ampia volessero approfondire l’argomento. Consultabile per il momento in presenza e contattando la casa editrice, l’archivio, nato da un’idea del direttore di Eclettica, Alessandro Amorese, sarà presto digitalizzato, in modo da consentire la più ampia fruizione possibile, ed è immaginato come un progetto aperto, al quale può contribuire chiunque abbia materiale che si può conferire.

Nasce l’Archivio storico dell’Ecologia nazionale

Si chiamava Dimensione Ambiente, il periodico dei Gruppi di Ricerca Ecologica, che poi fondarono anche Gaia, bimestrale di “cultura e politica dell’ambiente”, fino ad arrivare a Fare Verde, la stupenda e rivoluzionaria creatura dell’indimenticato ed indimenticabile Paolo Colli. Si tratta peraltro di due realtà ancora pienamente in vita, segno che le intuizioni erano sacrosante e la visione culturale molto profonda. La paternità dei Gre è chiara, anche questa invenzione è scaturita da quella fucina di idee che era Via degli Scipioni 268/a, il quartier generale del mondo rautiano nella Capitale.

L’esperienza dei Gre, i Gruppi di ricerca ecologica

Siamo nel 1977 (a ridosso anche del primo Campo Hobbit) e l’obiettivo è noto, dare una strategia più ampia e contemporanea al Msi e, parlando quindi di temi emergenti come appunto quello ecologico, fornire non solamente una risposta di “destra” ma congegnare intorno a quel problema una teoria politico-culturale per l’intera realtà della destra politica. Quindi alle proposte più legate all’ambiente (già allora si parlava di fonti energetiche alternative, di raccolta differenziata, della vivisezione, delle piogge acide, ecc.) si legavano approfondimenti e concezioni più larghe, con la critica alle degenerazioni della modernità, dei malanni delle metropoli e la riscoperta dei borghi, la tutela dei centri storici, la Bio-politica contrapposta ai miti del benessere e della tecnica.

Un piano metapolitico ancora attualissimo

Poi la scoperta dell’etologia e di Lorenz, della lotta all’egualitarismo e alla messa in discussione del darwinismo. Un piano serio e metapolitico, ancora attualissimo, oggi che alla dittatura dell’uguale e del progressismo si è aggiunta quella delle minoranze woke. Oltre ad Alessandro Di Pietro, direttore di Dimensione Ambiente, ma soprattutto segretario nazionale dei Gre, movimento che si ramifica in tutta Italia, non possiamo non ricordare Rutilio Sermonti (presidente nazionale, storico e zoologo), i membri del Comitato scientifico e docenti Giovanni Davoli, Furio Fasolo, Roberto Fondi, Arnaldo Liberti, Aldo Semerari e Giuseppe Sermonti. Tra i collaboratori della rivista citiamo tra gli altri, Nazzareno Mollicone, Antonio Parlato, Barbara Nardi, Marco Tarchi, Mario Bozzi Sentieri, Margherita Luti, Maurizio Cabona, Stenio Solinas, Gianni Benvenuti, Umberto Croppi e tanti altri, alcuni rimasti successivamente nell’alveo missino e altri che hanno invece vissuto una “Nuova Destra”.

Quando Fare Verde avvertiva: “Ecologia, una questione di civiltà”

Fare Verde nasce invece nel decennio successivo ed è un progetto che emerge in quel laboratorio in movimento che era il Fronte della Gioventù romano, prima come falsariga di Fare Fronte nelle scuole e poi come movimento ed associazione che diventa una realtà a parte, non solo quindi strumento partitico o metapolitico ma entità con vita e futuro indipendenti. Il primo opuscolo ufficiale, che esce da Via Sommacampagna 29, è un vero e proprio manifesto: Ecologia: una questione di civiltà, con un denso parallelo tra le forme di inquinamento e gli effetti di un modello sbagliato, un modello di sviluppo che ha determinate cause profonde e concezioni del mondo: le megalopoli, il mito del progresso, l’uomo “civilizzato”.

Quasi quarant’anni fa la prima proposta per un cambio del modello energetico

Il primo gruppo dirigente individua alcune prime soluzioni, con un cambio del modello energetico, una vera e proprio alternativa nell’energia solare, idrica, eolica, la geotermia, le biomasse, il risparmio energetico. Da quel manifesto scaturisce l’idea dell’uomo ecologista come colui che rivaluta la terra e l’identità. Siamo nel febbraio 1987, da lì in poi mille battaglie e iniziative, alcune tuttora in piedi come quella del Mare d’inverno, fino alle vacanze alternative dei Campi anti incendio. Con il settimanale Comunità prima (supplemento di informazione su ambiente, società e risorse) e il giornale X Fare + Verde (direttrice responsabile Gloria Sabatini) poi, l’associazione si dà una struttura anche giornalistica veicolando visioni e battaglie, alcune di esse ancora attualissime, sul diritto alla salute alimentare o l’emergenza rifiuti.

Una visione quanto mai attuale (e necessaria)

Sia i Gre che Fare Verde attirano l’attenzione dei mass media e del resto dei movimenti ambientalisti, non solo come novità “a destra”, ma anche per l’elaborazione intelligente e contemporanea. In un momento in cui le direttive green entrano pienamente nel pensiero unico del politicamente corretto, sono applicate da una Comunità europea complice della colpevolizzazione dell’uomo europeo e propagandate da ragazzini che imbrattano i nostri monumenti (a proposito di ecologia), le idee ed i progetti che abbiamo sommariamente raccontato sono più attuali che mai e hanno bisogno di essere conosciuti. Da qui l’idea dell’Archivio storico dell’Ecologia nazionale.

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