Omicidio di Saman: estradizione per il padre, accolta la richiesta del governo
L’omicidio di Saman Abbas non resterà impunito. Il ministro degli Interni pachistano ha concesso l’estradizione del padre, Shabbar Abbas, accusato dell’omicidio della figlia Saman, avvenuta a Novellara nell’aprile 2021. Un funzionario del Ministero dell’Interno pakistano ha confermato che Shabbar sarà “portato in Italia con un aereo charter”. Nel tentativo di bloccare l’estradizione, l’avvocato di Abbas ha presentato un ricorso all’Alta Corte, l’udienza è fissata per oggi.
La decisione
Il ministero dell’ Interno pakistano ha delineato i dettagli del caso al Governo, che ha approvato la richiesta di estradizione. Dopo la decisione, lo stesso ministero ha emesso un’ordinanza il 16 agosto, in cui si imponeva ad Adiala Jail Rawalpindi di trasferire la custodia di Shabbar Abbas all’Agenzia investigativa federale (Fia), che avrebbe poi facilitato la sua consegna al governo italiano . Nel tentativo di fermare l’estradizione, Akhtar Mehmood, rappresentante legale di Shabbar Abbas, ha presentato una petizione all’Alta Corte di Islamabad (Ihc). L’istanza sollecitava la sospensione del trasferimento del suo cliente alle autorità italiane. Oggi il giudice capo dell’Ihc, Aamir Farooq, ha presieduto l’udienza. Non ha emesso alcun ordine di sospensione in risposta alla petizione e ha rinviato il caso.
L’omicidio di Saman
Saman Abbas fu uccisa da alcuni componenti della famiglia perché si era rifiutata di sposare un cittadino del suo Paese, scelto dai genitori. Il 9 aprile 2021, tre figure maschili, successivamente riconosciute come lo zio (Danish Hasnain) e i cugini (Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq), vennero ripresi dalle telecamere di sorveglianza, usciti da uno dei magazzini dell’azienda agricola alle 19:15, i tre si stavano dirigendo verso i campi, muniti di attrezzi da lavoro, quali badili, un secchio, un piede di porco e un sacco di plastica. Fecero ritorno solo dopo due ore, verso le 21:30.
Il giorno successivo, Saman scrisse al fidanzato Saqib di aver sentito una conversazione telefonica tra i suoi genitori e lo zio materno; la ragazza affermò che, “volevano ammazzare qualcuno; l’ho sentito con le mie orecchie”, riferendosi allo zio. Lo stesso zio, tale Mamu, insieme a Shabbar e altri parenti, aveva già minacciato di morte i familiari del ragazzo in Pakistan, nel caso in cui la relazione non fosse terminata in tempi brevi. In base alle testimonianze del fidanzato, la diciottenne veniva costantemente offesa dallo zio e dai cugini, affermando di essere spaventata della situazione. Lo stesso giorno, Saman invia anche una foto dove appare con un livido sulla guancia, accusando il cugino Irfan di averla picchiata, dopo aver saputo che aveva ancora rapporti al di fuori del matrimonio. Infine avrebbe chiesto al fidanzato di allertare la polizia qualora non si fosse fatta sentire per più di 48 ore. L’ultimo messaggio viene inviato alle 23:30. La ragazza sparirà e non sarà più ritrovata. Lo zio scapperà ma sarà successivamente arrestato. Oggi la buona notizia da Islamabad che rappresenta un successo per la magistratura e il governo.