Pd e M5S trasformano il salario minimo in un reality tra gaffe, suono delle trombe e ridicoli proclami

16 Ago 2023 13:20 - di Girolamo Fragalà
salario minimo

Saltellano, sgomitano, urlano colpiti dal sacro furore. Il tema del salario minimo diventa l’occasione per salire sul palco e fare show, con gli attori (decadenti) di Pd e Cinquestelle in cerca della perduta credibilità. Un po’ come i concorrenti del Grande Fratello che cercano il rilancio partecipando al reality. E ora il reality ce lo ritroviamo pure nel dibattito politico, con tanto di gaffe e liti da cortile. Per parte dell’opposizione la serietà con cui Giorgia Meloni sta affrontando il tema del salario minimo è un grosso ostacolo al loro spasmodico desiderio di propaganda. Perciò, ogni giorno se ne inventano una per mettersi in mostra. Danno i numeri, “siamo a un passo dalle 200mila firme” e subito dopo “abbiamo superato le 200mila firme”.  Fanno grandi proclami: «Il popolo è con noi», «non ci fermiamo», «è la carne viva dei lavoratori».

Salario minimo, sinistra tra gaffe e ridicoli proclami

Il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, arriva a dire: «Ci troverete nelle piazze e nelle strade, anche ad agosto». Qualcuno dovrebbe spiegargli che abbiamo già superato il Ferragosto. Angelo Bonelli, coportavoce dei Verdi, ulula: «Giorgia Meloni si comporta come lo sceriffo di Nottingham». Paradossale la grillina Chiara Appendino. Dimenticando che il M5S è stato al governo per anni, prova a sostenere che il governo «interviene in modo tardivo sugli extraprofitti». Poi, nel suo delirio politico, dice che il governo «vuole colpevolizzare i poveri». Non manca all’appello Giuseppe Conte: «Il tempo di studiare è scaduto». Il problema è che se lui avesse “studiato” quando era premier, non avrebbe ridotto l’Italia a brandelli.

I soldi non si stampano in garage

Di fronte a questo reality, arriva la risposta tagliente. «Mi sembra il film “La banda degli onesti” con Totò e De Filippo che stampavano soldi in garage». Lo dichiara Flavio Tosi. «Dicono, diamo un salario minimo a tutti, 9 euro a tutti. Potevano far rinnovare il contratto quando c’erano loro. Tanti per fare un esempio, il contratto delle guardie giurate, che è quello più scandaloso, è scaduto da 8 anni, da ben prima che governassimo noi. Ma a parte questo, sul salario minimo bisogna trovare le coperture, perché i soldi non si stampano in garage come potevano fare Totò e De Filippo».

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