
Peppino De Filippo,120 anni fa la nascita di un grande attore. La vita e i dissidi con Eduardo
Se si fosse chiamato diversamente (nemmeno con il suo vero cognome, Scarpetta) Peppino De Filippo forse avrebbe avuto maggiore gloria nella storia della cultura italiana del Novecento. E invece, essere il fratello di uno dei più grandi drammaturghi della storia lo ha penalizzato. Nasceva 120 anni fa a Napoli, da Luisa De Filippo e dal grande Eduardo Scarpetta, Peppino, per tutti la vera e naturale spalla di Totò, ma molto di più nella realtà di una vita dedicata al teatro e al cinema.
Peppino, tra Eduardo e Titina
Figli di un padre celebre per la sua genialità e per la troppa attitudine alla fertilità, i tre fratelli De Filippo, Peppino, Eduardo e Titina, crebbero con il teatro nel sangue. Sin da piccoli sui palcoscenici, si esibirono con la voglia di costruire una loro identità. E cosi, il 1931, nacque il gruppo “I De Filippo”, destinato ad avere successo per la straordinaria capacità di Eduardo e per la versatilità attoriale dei due fratelli. Un sodalizio che si ruppe, però, con la dolorosa rottura del 1944.
La rottura con Eduardo e la carriera da “single”
Il 10 dicembre del 1944 al Teatro Diana di Napoli, Eduardo e Peppino stavano facendo le prove per una nuova commedia. Il clima tra loro era già teso. Eduardo rimproverò pubblicamente il fratello perché lo vedeva svogliato. A quel punto il fratello minore si alzò e facendo il saluto romano iniziò a dire: “Duce, Duce, Duce!”. Eduardo gli scaraventò addosso dei piatti. Fu la rottura totale.
Peppino iniziò, subito dopo, a lavorare da solo in teatro ma il successo lo conobbe al cinema e soprattutto come spalla ideale di Totò. Una serie infinita di film, tra i quali “Miseria e nobiltà”, con la scena della lettera scritta senza copione rimasta nella storia, e l’affermazione come attore di classe.
Pappagone e gli altri successi e “Nun me piace o presepio”
Con Pappagone strabiliò e ottenne un grande successo televisivo. Con “Totò, Peppino e i fuorilegge” la candidatura al Nastro d’argento come migliore attore. “Giallo napoletano” fu il suo ultimo film, il 1979. Ma l’elenco, che comprende anche i musicarelli, è infinito e denota la grandezza di un attore capace di essere versatile e al tempo stesso identico. A lui si deve sia la battuta di Natale in casa Cupiello, “Nun me piace o presepio”, sia la memorabile lettera natalizia di “Nenniello”.
La pace con il fratello e la morte
Luigi De Filippo raccontò che la pace avvenne improvvisamente, il 1972, al Teatro San Ferdinando, sempre a Napoli. Lui e il padre andarono a vedere una rappresentazione di “Napoli milionaria”. Eduardo si commosse, interruppe le scene e salutò affettuosamente il fratello. Il 1980 la morte. Il grande drammaturgo non andò ai funerali e ricordò Peppino come “grande attore e come amico” ma “non come fratello”. L’anno dopo fu nominato senatore a vita e il 1984 andò via pure lui. Lasciando il dubbio irrisolto se quel grandissimo attore di nome Peppino non fosse solo il fratello di Eduardo.