Rai, il dg Rossi: “Ma quale TeleMeloni. I palinsesti autunnali sono i più pluralisti di sempre”

3 Ago 2023 10:10 - di Angelica Orlandi
Rossi Rai

Ma quale TeleMeloni. “Resto convinto che i palinsesti realizzati a tempo di record siano i più pluralisti degli ultimi anni, per provare a raccontare l’Italia intera”. Lo sottolinea il direttore generale della Rai, Giampaolo Rossi, in un’intervista al ‘Sole 24 Ore’. Replica alle accuse fioccate dal mondo della sinistra di aver trasformato la Rai in un bollettino del governo. Tutt’altro, basta dare un’occhiata ai palinsesti d’autunno appena varati per verificarlo. Eppure gli attacchi proseguono, si parla ancora di “allontamento” per i casi  di Fazio, Annunziata, Berlinguer, Gramellini. Per non parlare di Saviano. Ora l’attacco è sul ritorno di Marcello Foa, ex direttore della Rai. Il dg Rossi replica e invita a fare una distinzione seria: “Sono casi molto diversi tra loro: alcuni sono libere scelte individuali di chi ha deciso di andare altrove; altri sono imposti dal rispetto della mission del Servizio pubblico; altri ancora legittimi cambiamenti di linee editoriali che i direttori da sempre fanno. Ovviamente tutto accompagnato da polemiche che sono più politiche che non di contenuti”.

Rai, il dg Rossi sconfessa l’Usigrai

Una replica che vale anche per le critiche arrivate dall’Usigrai sulla trasmissione di Salvo Sottile che sostituirà “Che Tempo che fa” il lunedì sera. L’Usigrai è andato su tutte le furie, contestando  l’appalto della produzione del programma a società esterne a viale Mazzini. Rossi rispedisce al mittente le accuse. “Siamo già intervenuti su questo tema. Nei piani di produzione approvati dal cda è stato chiaramente mostrato come in questi palinsesti le produzioni interne siano aumentate. Per l’area Approfondimento il ricorso a esternalizzazioni è passato dal 30% al 16%. In totale il 73% dei programmi sono prodotti internamente, con il dimezzamento degli appalti totali rispetto alla stagione 2022″. Quel che sta a cuor al dg come a tutto il governo è il futuro dell’azienda. La “prima necessità per la Rai” sono “risorse adeguate e certe”, sottolinea  il direttore generale. Altro obiettivo fondamentale,  una “riforma della Rai da avere entro fine legislatura al culmine di un lavoro che vogliamo iniziare in autunno con gli Stati generali della Rai“.

Rossi “smonta” il caso Sottile: “Abbiamo aumentato le produzioni interne”

Sulle fonti di finanziamento, Rossi aggiunge: “Il canone non è un tabù. Può essere rimodulato nelle modalità di riscossione, ma ciò che è tabù sono le risorse che devono essere garantite e adeguate”. Rossi si è detto rassicurato dalle parole in proposito di Giorgetti in Vigilanza: “Il ministro ha ribadito la necessità che la Rai abbia le risorse necessarie. L’ipotesi del pagamento tramite utenze telefoniche e non più bolletta elettrica può aumentare la base dei paganti e diminuire il costo pro-capite. Superando l’idea antiquata che, nel tempo dei nuovi modelli di fruizione, il canone si leghi al possesso di un televisore. È un’idea stimolante. La affronteremo nel tavolo tecnico tra Mef e Rai che abbiamo istituito proprio per studiare questo”. E’ infatti il ministro Adolfo Urso a confermare in Vigilanza che “è in atto una riflessione, con il ministro dell’Economia su come modificare le modalità del canone”. E insiste sulla qualità dei palinsesti sottolineata dal dg. “La Rai nei nuovi palinsesti ha incrementato i programmi di inchiesta per numero e quantità di ore: a partire da Report che, spostandosi alla domenica, avrà una durata maggiore e una serialità più lunga”. Così il ministro delle Imprese  in audizione alla commissione di vigilanza sulla Rai.

 

 

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