Rdc, Calderone asfalta i demagoghi di M5S e Pd: «È il lavoro il rimedio vero alla povertà»
Sono da poco passate le 5 della sera, l’ora delle corride, quando nell’arena del Senato fa il suo ingresso il ministro del Lavoro Marina Elvira Calderone. Tocca lei difendere davanti a una sinistra in preda alla più bieca demagogia. A scatenare Pd e M5S la revoca, come da programma elettorale e voto popolare, del reddito di cittadinanza. Tanto Elly Schlein quanto Giuseppe Conte hanno scommesso su tumulti, rivolte e barricate. In tandem hanno soffiato sul disagio, ma il raccolto non è andato oltre qualche piccolo focolaio di protesta in quel di Napoli. In compenso, sono magicamente riapparsi i lavoratori stagionali, costretti dalla revoca dell’assegno a guarire dalla sindrome da divano che sembrava averi irrimediabilmente colpiti.
Informativa del ministro Calderone al Senato
Calderone lo sa e picchia forte contro i demagoghi di Palazzo Madama. Lo ha snocciolando le cifre dello sperpero legato alla misura grillina. «Dai controlli della Guardia di Finanza a decorrere dall’introduzione del reddito fino al primo semestre 2023 – scandisce il ministro del Lavoro –, risultano assegni indebitamente percepiti e indebitamente richiesti per un ammontare di 506 milioni». Più di mezzo miliardo. Chissà se ora Conte saprà ricavarne l’equivalente in numero di scuole e asili nido. Ammontano invece a 35.737 i percettori irregolari o con necessità di regolarizzare la posizione. Li hanno intercettati, spiega Calderone, tra il 2019 e il 2023 l’Ispettorato nazionale per il lavoro e i Carabinieri.
«Dal governo nuovo approccio culturale»
Un brutta pagina che però riguarda il passato. «L’emanazione dei decreti attuativi del dl sul lavoro – annuncia il ministro – consentirà la piena operatività delle nuove misure nel rispetto della tempistica prevista». Nuove misure che dovranno rivoluzionare completamente le metodiche dell’esecutivo rispetto al tema del lavoro. «L’azione del governo – ha infatti concluso il ministro Calderone – rappresenta il segno politico di un nuovo approccio culturale che si ispira al lavoro, come scritto nella nostra Costituzione. Noi vediamo nel lavoro la risposta alla povertà: è il mezzo migliore per contrastare le condizioni di indigenza».