Salario minimo, l’insolenza della Schlein. Il governo tende una mano e lei fa la solita sceneggiata
Il garbo istituzionale messo sotto le scarpe. Il premier invita le opposizioni a confrontarsi sul salario minimo venerdì 11 agosto. Ed Elly Schlein pianta una sceneggiata. La risposta insolente della segretaria del Partito democratico dice tutto. Una volta ricevuta la notizia dell’appuntamento di venerdì prossimo, va inutilmente al contrattacco propagandistico. E sembra voler approfittare della mano tesa dal governo sul salario minimo per attaccare l’esecutivo anche su altri fronti che non c’entrano nulla. “Dopo mesi di battaglia parlamentare delle opposizioni unite, il governo prima sceglie di rimandare la discussione parlamentare per due mesi – risponde stizzita Schlen- e poi ci convoca per un confronto ad aule chiuse. Ma noi siamo pronti a tornare in Parlamento anche domani per far approvare la nostra proposta. Ma ci aspettiamo atti conseguenti e risposte, anche sui ristori per famiglie e imprese colpite dall’alluvione e dalle frane in Emilia-Romagna e sulle mancate dimissioni di De Angelis”.
Salario minimo: la Schlein all’incontro col governo come alla guerra
Insomma, la disponibilità data dal premier Meloni per un confronto serio su un tema delicato è già vanificato da chi vuol buttarla in caciara. L’esecutivo apre e Schlein attacca. La grammatica istituzionale va a farsi benedire. Insomma, dalla segretaria del Pd escono parole sconfortanti e sconnesse. “Noi parteciperemo all’incontro con spirito costruttivo per confrontarci sul merito”. Ma poi afferma l’esatto contrario, prediligendo le recriminazioni, il fumo ai fatti. “Ma senza dimenticare le dichiarazioni della maggioranza e l’atteggiamento tenuto nelle battaglie che abbiamo fatto in Parlamento; fino al voto della sospensiva da parte della maggioranza la settimana scorsa”. Non certo una solida base con cui iniziare un dialogo. Dialogo con recriminazioni e minacce sono un ossimoro.
Salario minimo: la Meloni apre e lei va all’attacco: “Parliamo di De Angelis…”
Poi la Schlein conclude, cercando di mostrare i muscoli: “Vediamo se il governo è disponibile a votare e aumentare per decreto i salari; anche di quei tre milioni e mezzo di lavoratori e non soltanto dei manager del Ponte sullo Stretto. Vediamo se il governo fa sul serio questa volta. Siamo disponibili al confronto a patto che non sia una sceneggiata agostana“. Ma la sceneggiata è tutta sua. Siamo sicuri che al Pd interessi portare a casa qualcosa sul salario minimo? La disponibilità del governo a ragionare sul tema- che non era nel programma elettorale dell’esecutivo- viene accolta in maniera scomposta, quasi una scusa. Intanto, ha avuto luogo una riunione online tra le forze di opposizione in vista dell’incontro con il governo. Tutte presenti, fatta eccezione per Italia Viva che ha fatto sapere che non prenderà parte all’incontro non avendo sottoscritto la proposta.