Schlein si riscopre pacifista, s’allinea a Conte e molla Kiev: basta soldi per le armi. Riformisti Pd in tilt
Elly molla Kiev: il soggiorno in Svizzera, paradiso di banche e cioccolata, tappa casalinga dell'”estate militante” della segretaria dem, ha prodotto l’ennesimo coupe de theatre: ora la Schlein si dice d’accordo con il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, sul rinvio di cinque anni dell’obiettivo 2% del Pil per le spese militari. La numero uno del Nazareno lo ha detto ieri sera nel corso di un’intervista pubblica all’iniziativa Fornaci Rosse a Vicena: «Sì», ha risposto Schlein a chi le chiedeva se fosse d’accordo con l’impostazione del presidente tedesco sulle spese militari. Un sì che rinfocola lo scompiglio in corso nel Partito democratico, che continua a ritrovarsi a navigare a vista in acque sempre più agitate che segnano l’ultimo approdo della sua leader verso lidi grillini.
La svolta pacifista di Elly Schlein: sì al rinvio del 2% per le spese militari come la Germania di Scholz
Dunque, Elly Schlein annuncia la svolta pacifista e anti-militarista del Pd. Il lungo tour militante di Elly Schlein finisce con una giravolta sulle spese militari che scatena le reazioni dell’ala riformista Pd che, tra sconcerto e indignazione, insorge contro la segretaria. Un ripensamento maturato in tempi record dalla Svizzera che conferma la linea ondivaga della numero uno del Nazareno sempre più appiattita sulla linea Conte: un altro illustre esperto di giravolte… E poco importa che il leader dei Cinque stelle nel periodo del suo premierato abbia puntualmente, ogni anno, rimpinguato e aumentato le spese in armamenti e munizioni: il pacifismo di facciata è una battaglia che sbandiera e rivendica nel nuovo corso della sua discesa in campo.
L’ennesima giravolta di Elly scatena la rivolta dell’ala riformista Pd
Un viaggio a corrente alternata nelle fila dell’antimilitarismo in cui da ieri si è imbarcato anche il Pd capitanato dalla Schlein che, salita a bordo della pattuglia pentastellata, salpa lontano dai lidi dei governi Draghi e Conte 2 che – tanto per ricordarlo, come puntualizza Il Giornale – «hanno fissato nell’anno 2028 il raggiungimento dell’obiettivo del 2% del Pil da destinare alla spesa militare». Una marcia indietro, quella di Elly sempre più sola al comando, che non solo i riformisti dem, ma che da sinistra anche ex colleghi e esponenti di Italia Viva dall’opposizione commentano esterrefatti e contrariati.
L’accusa dai banchi dell’opposizione: Schlein sempre più appiattita su Conte
«La segretaria del Pd smantella anche l’ultimo obiettivo rispettato da tutti i suoi predecessori oltre che dai ministri della Difesa dem. Il 2% delle spese militari è un impegno internazionale sottoscritto dall’Italia con la Nato. È poco serio il ripensamento di Elly Schlein», scrive sui social Andrea Marcucci, presidente di Libdem Europei e già capogruppo dem. «Anche l’ultima divisione con l’M5S è stata annullata. Elly Schlein si accoda a Giuseppe Conte, e chiede il rinvio dell’obiettivo del 2% del Pil delle spese militari concordate con la Nato. Un traguardo rispettato da tutti i governi, a cui il Pd ha partecipato, con suoi ministri della Difesa. Un Pd a 5 stelle ormai è cosa fatta», rincara la dose l’eurodeputato di IV Nicola Danti, vicepresidente di Renew Europe.
Italia Viva: «Cercasi disperatamente riformisti del Pd»
Mentre ancor meno prosaicamente, dai social la senatrice Raffaella Paita, coordinatrice nazionale di IV, tuona: «Giù la maschera, ancora una volta. Tra 5 stelle e Pd ormai non c’è alcuna differenza. L’ultima dimostrazione sono le parole di Elly Schlein sulle spese militari. Cercasi disperatamente riformisti del Pd». I quali, in forte imbarazzo, provando disperatamente ad aggiustare il tiro, e a loro volta fanno sapere: «Nessun cambio di linea, l’obiettivo del 2% del Pil per la Difesa entro il 2028 resta. Ciò che conta è continuare con l’incremento annuale graduale, e compatibile con le nostre capacità finanziarie». Risorse «che abbiamo iniziato a far partire dal governo Conte 2. Proseguite con Draghi. E anche con la prima legge di bilancio del governo Meloni». Con l’ex ministro Lorenzo Guerini che buttando acqua sul fuoco chiarisce: «È un tema delicato, in cui entrano in gioco anche diverse sensibilità con cui confrontarsi con rispetto, e su cui le polemiche non servono».
L’ultimo autogol di Elly
Manca solo una rettifica all’ennesimo autogol della Schelin. E a segnalarlo in zona Cesarini è ancora una volta Il Giornale che, puntualizzando, scrive: «In realtà il cancelliere, basta fare una ricerca in rete, non ha mai parlato di un rinvio di 5 anni. Il capo del governo tedesco fa riferimento alla media del 2% nei prossimi 5 anni. In effetti la Germania a guida Scholz ha aumentato il budget militare di 2 miliardi di euro nel 2024 fino a un totale di 52 miliardi di euro. Il budget per la difesa della Germania era stato aumentato anche nel 2023. Determinando il più grande riarmo del Paese dalla seconda guerra mondiale».
La corsa al recupero in calcio d’angolo…
Intanto, dopo l’ultima uscita pubblica, la Schlein teme di finire nella lista dei putiniani. Pertanto prova a metterci una pezza precisando: «Siamo fortemente al fianco del popolo ucraino che ha subito l’aggressione russa. Non può esserci equidistanza su questo e il Pd continua a dare pieno supporto a ogni forma necessaria per l’autodifesa del popolo ucraino rispetto all’aggressione russa. Al contempo vogliamo vedere un ruolo più forte. Diplomatico e politico dell’Europa, per far finire questo conflitto con una pace giusta per il popolo ucraino». Una toppa di rito: ma lo strappo c’è. E la lacerazione è evidente…