Stefano Bini presenta Road to Meraviglie: “Col mio format viaggio tra sapori e paesaggi dell’Italia”
Stefano Bini, autore e conduttore televisivo e radiofonico, racconta al Secolo la nascita il nuovo programma Road to Meraviglie, di cui è conduttore e autore, che va in onda ogno domenica alle 14 su Rai Premium.
Cosa aspettarsi da Road to Meraviglie?
“Un programma di cucina, territorio e identità culturali finalmente diverso. Non racconteremo queste tre situazioni in maniera passiva o bonaria ma andando a scavare nelle questioni. Insieme agli chef racconteremo storia, evoluzioni e segreti di due ricette, in modo che il telespettatore abbia un quadro curioso e inedito di ciò che sta vedendo. Un programma da guardare se si vuole capire le piccole realtà, bellissime, troppo spesso dimenticate ma che hanno millenni di vita da far conoscere”.
Una trasmissione in Rai è un sogno che si realizza?
In Rai, ho già condotto tre trasmissioni: una su Rai Italia, una su Rai2 e la scorsa stagione su Isoradio. Certo è che Road to Meraviglie è una mia idea, di cui sono anche autore e conduttore e ringrazio Angelo Mellone per la fiducia che ha riposto in me. Questa situazione mi dà tanta soddisfazione ma anche molta responsabilità. Tra l’altro, legge vuole che per quanto concerne gli ascolti la seconda puntata vada meno bene della prima, per un concetto di novità e curiosità; ecco, la seconda puntata di Road to Meraviglie è andata meglio della prima e di questo ne sono felicissimo. Il pubblico ha capito il progetto e la sua originalità!
Come vedi la nuova gestione Rai e le polemiche di Fazio, Saviano e compagnia varia?
“Vedo molto positiva la nuova gestione di Viale Mazzini, il cambiamento fa sempre bene. Son certo che il direttore generale Giampaolo Rossi saprà valorizzare molto personalità autoriali e artistiche, anche nuove o che hanno fatto tanta gavetta in Rai. Per quanto concerne Fabio Fazio, se non si sentiva più di stare in Rai, ha fatto bene ad andarsene; per un artista, crescere e avere stimoli nuovi è importante per creare nuovi prodotti e rinnovarsi. Luciana Littizzetto ha accettato, oltre che Discovery, pure l’invito di Maria De Filippi sulla berlusconiana Canale5 e non mi sento di commentare Roberto Saviano perché non è il mio genere televisivo. Sono certo che anche lui troverà fortuna altrove. Viviamo in un momento di grande espansione televisiva, le possibilità non mancano».
Hai dei modelli di conduzione?
“No, perché se nel mondo della tv e della radio non ti distingui, crei il dejà vu e i telespettatori ormai non si bevono più nulla e hanno sempre bisogno di stimoli. Se un modello deve essere, certamente Raimondo Vianello, ironico ed entusiastico, ricordo ancora le lunghe chiacchierate in quel di Milano2. Mi manca molto”.
Quali differenze tra radio e tv? Dove ti trovi meglio e perché?
“In tv devi dimostrare, in radio devi far immaginare. Sono due concetti diversi ma che se presi con serietà possono dare tantissime soddisfazioni. Radio, tv, telespettatori e ascoltatori sono il mio senso della vita. Quest’anno, ne ho avute molte, radiofoniche e televisive. Sempre a Rai piacendo, sono ancora qua”.
Prossimi obiettivi professionali?
“Se la nuova direttrice di Rai Isoradio Alessandra Ferraro vorrà, dovrei essere riconfermato alla conduzione quotidiana. Poi c’è un progetto per Rai Italia riguardante gli italiani nel mondo, continuo le mie collaborazioni giornalistiche e ancora dei podcast sulla televisione. Il mestierante dello spettacolo è sempre in evoluzione, è ciò che dà stimolo a questo lavoro. Sono nipote e figlio di ristoratori da sei generazioni, ho la cucina nel sangue e poi i telespettatori sono innamorati del “food” in tutte le sue sfumature. Certo è che un giorno vorrei staccarmi da questa situazione a tornare all’intrattenimento puro”.
Foto Gabriele Miceli (ufficio stampa Mauro Caldera)