Stupri, sinistra in tilt: attacca Giambruno anche quando parla come la “Pubblicità-Progresso”
Sarà l’acqua che bevono, l’aria che respirano, il cibo che mangiano: fatto sta che i sinistrati riescono ogni volta a scansare il buon senso manco fosse la peste. Morale: sono più “fuori” di un balcone. Il bubbone di queste ore ha il nome e le sembianze di Andrea Giambruno, anchorman Mediaset, ma soprattutto consorte di Giorgia Meloni. Basta e avanza perché tocchi a lui oggi portare la croce dopo aver pronunciato una ovvietà degna della benemerita Pubblicità-Progresso. Quale? Beh, parlando dei recenti episodi di stupro di Palermo e Caivano ha paternamente raccomandato alle ragazze di evitare di stordirsi con alcool e stupefacenti quando si trovano fuori casa. Per poi aggiungere: «Se non ti ubriachi, il lupo lo eviti».
Giambruno: «Chi mi attacca o in malafede o duro di comprendonio»
Tutto qui. Ma per i sinistrati di cui prima è più che una bestemmia, dal momento che – sostengono – è come se Giambruno avesse voluto annacquare le responsabilità del branco in un’operazione che in altra occasione Elly Schlein definì di «vittimizzazione secondaria». «O sono in malafede o sono duri di comprendonio», ribatte lui. Con ragione, visto che il suo è solo buon senso, abbinato a un pizzico di conoscenza su come marcia il mondo. Ma, si sa, il realismo è fatica troppo insopportabile per una sinistra abituata ad almanaccare ricorrendo a codici ideologici. E così uno stupro, più che un fatto esecrabile da condannare “senza se” e “senza ma” (come ha fatto Giambruno), diventa, per i suoi esponenti, indizio di tre elementi: maschilismo, autoritarismo e patriarcato (gli ultimi due, per altro, defunti da tempo).
Come la campagna anti-Aids degli anni ‘80
E chi, come Giambruno, si discosta da questo schema di valutazione ideologica in nome di un sano pragmatismo refrattario ad ogni giustificazionismo, questo sì inaccettabile, è costretto addirittura a difendersi dall’accusa di complicità morale con gli stupratori. Un mondo impazzito. Di certo diverso da quello che negli anni ’80 ha ancora nelle orecchie la campagna di prevenzione anti-Aids. Ricordate? Il «lupo» dell’epoca era l’Hiv, un’infezione mortale da combattere con il profilattico. «Se lo conosci, lo eviti», fu il tormentone di quel periodo scandito da una martellante informazione sulla sessualità responsabile. Un vero incubo. Ma allora nessuno, neppure la sinistra, pensò di prendersela con gli spot della Pubblicità-Progresso, cioè il Giambruno dell’epoca.