Terni, indagato il sindaco Bandecchi dopo il caos in aula. Ma lui insiste a rivendicare ragione e toni
Dopo la rissa sfiorata di lunedì scorso in consiglio comunale, il sindaco di Terni Stefano Bandecchi finisce sul registro degli indagati della locale Procura, che su di lui ha aperto un fascicolo per minaccia, oltraggio a pubblico ufficiale e interruzione di pubblico servizio. E lui, ancora una volta, non ci sta: come nei giorni successivi alla bagarre in aula, ora oggetto d’indagine nel procedimento aperto dal procuratore Alberto Liguori e dal sostituto Marco Stramaglia, il primo cittadino ha negato le scuse e rilanciato accuse e offese. Continuando a inveire contro i suoi interlocutori. Come a rimpallare a loro le responsabilità dell’accaduto – al punto di arrivare a sostenere sui social di essere dalla parte della ragione –. E pertanto, niente affatto pentito di qualcosa che – ha detto nelle ultime ore – rifarebbe identica. Se non con più violenza. Così, anche di fronte alla notizia degli ultimi sviluppi giudiziari, Bandecchi rilancia e rincara la dose: e annuncia di aver presentato querela. Ma procediamo con ordine.
Terni, dopo la bagarre in consiglio comunale, indagato il sindaco Bandecchi
È lunedì 28 agosto quando nella seduta consiliare di Palazzo Spada si scatena il panico. Il sindaco Bandecchi (Ap), appena presa la parola si scaglia contro alcuni consiglieri di opposizione con toni accesi. Toni che, nel giro di breve, degenerano in gesti aggressivi e minacciosi. Dopo averli insultati, infatti, il primo cittadino ha tentato di avventarsi sui consiglieri FdI, tentando animosamente di raggiungere i banchi dell’opposizione. Non prima di aver loro intimato (a Masselli, nello specifico): «Continui a ridere sennò le volano via tutti i denti dalla bocca». Frasi e comportamenti che hanno indotto a sospendere la seduta, con tanto di intervento della polizia locale. A questo proposito, e alla luce della novità giudiziaria seguita all’esposto presentato ai carabinieri dai consiglieri FdI, Orlando Masselli e Marco Cecconi, come ricorda Il Giornale, «tra gli elementi che si dovranno valutare ci sarebbe anche la reazione del sindaco all’intervento di tre agenti della polizia locale». I quali, come prevede la prassi, «erano presenti al Consiglio».
Nel mirino anche la reazione del sindaco Bandecchi all’intervento degli agenti
Secondo quanto ricostruisce la Repubblica sulla vicenda, infatti, «trattenuto dalla polizia locale, che aveva evitato un contatto, il sindaco non aveva risparmiato parole dure agli agenti, intimando loro di farsi da parte». E così, nell’ambito dell’indagine appena avviata, sempre Repubblica fa sapere che questa mattina «i carabinieri hanno acquisito, su mandato della Procura umbra, i filmati dell’emittente locale Radio Tele Galileo». Registrazioni che hanno documentato la lite tra il sindaco e i membri della minoranza consiliare». Non solo. «Per ricostruire la vicenda. E per confermare o meno la sussistenza delle ipotesi di reato formulate in questa prima fase, verranno sentiti anche i testimoni presenti nell’aula del consiglio comunale al momento dei fatti contestati».
Ma lui non ci sta: e annuncia querela contro i consiglieri aggrediti
Fatti a seguito dei quali, come noto e come già scritto, il sindaco Bandecchi ha continuato a rivendicare la ragione di atteggiamenti e toni assunti in aula. Contro tutto e tutti. Compreso quanto detto off record sui parlamentari del Pd Walter Verini e Anna Ascani che, a loro volta, intervenuti per chiedere finanche le dimissioni del primo cittadino, avevano interessato della vicenda il ministro dell’Interno Piantedosi. Così, dopo aver sostenuto in una storia su Instagram: «Non capisco di cosa mi debbo pentire. Lo rifarei. Però con più violenza». E sulla scia di un convincimento per cui arriva a ritenersi addirittura la parte lesa, il sindaco Bandecchi annuncia di aver presentato querela contro quegli stessi consiglieri contro cui si è scagliato in aula. E il caos che ha scatenato continua a tenere banco…