Uccise la fidanzata Noemi Durini: fermato ubriaco alla guida, era in “permesso premio”

12 Ago 2023 16:20 - di Liliana Giobbi
noemi durini

Di nuovo nelle pagine di cronaca finisce Lucio Marzo, 24 anni, condannato in via definitiva per l’omicidio della sua fidanzata 16enne, Noemi Durini, uccisa il 3 settembre del 2017 nel comune in provincia di Lecce. Era inpermesso premio per svolgere un’attività lavorativa in un esercizio commerciale a Sarroch, a 20 chilometri dal capoluogo sardo. La polizia stradale l’ha fermato nel corso di un normale controllo e lui ha ha tentato di scappare prima in auto e poi a piedi.

Fermato il giovane che uccise Noemi Durini

Quando gli agenti hanno controllato i documenti, hanno capito il motivo di quella fuga: il ragazzo bloccato era Lucio Marzo. Tra le prescrizioni del provvedimento c’era anche il divieto di usare veicoli a motore. Inoltre, sottoposto ad accertamenti etilometrici, è risultato positivo. Per lui è scattata una denuncia a piede libero per guida in stato di ebbrezza. A richiamare l’attenzione degli agenti era stato l’eccessivo rumore dell’auto che il giovane guidava. Dopo un rocambolesco inseguimento in auto e un tentativo di fuga a piedi, il fermo e la denuncia.

Un femminicidio che scosse tutta Italia

L’omicidio della giovanissima Noemi Durini scosse tutta Italia. Reo confesso e all’epoca 18enne, Marzo sta scontando la sua pena a 18 anni e otto mesi nel carcere minorile di Quartucciu. Il corpo della ragazza, ritrovato 10 giorni dopo la denuncia di scomparsa, era stato occultato sotto un cumulo di pietre nelle campagne di Castrignano del Capo. L’autopsia disposta dalla Procura aveva rilevato che Noemi era stata prima picchiata a mani nude e poi accoltellata alla nuca e seppellita mentre era ancora viva: sarebbe dunque morta per asfissia.

Il killer di Noemi Durini aveva chiesto di poter lavorare

Tre anni fa il giovane aveva chiesto di poter lavorare in stato di detenzione. La famiglia di Noemi non aveva gradito, ma l’attività extra carceraria rientra tra le misure previste per il recupero dei detenuti. E infatti Marzo era in regime di permesso premio concesso dall’autorità giudiziaria proprio per lavorare a Sarroch. Nel paese vicino Cagliari era stata disposta la dimora prima di rientrare all’istituto di pena minorile.

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