Urso spiega perché non si possono tagliare le accise: “Dovremmo trovare 12 miliardi di altre tasse”
Il maxi gettito incassato dai rialzi dei carburanti andrà in Manovra al taglio strutturale del cuneo fiscale. Lo assicura il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso intervenuto ad Agorà Estate su Rai 3. «Il ministero dell’Economia sta preparando la manovra di fine anno che sarà destinata – questa è la nostra intenzione – al taglio strutturale del cuneo fiscale per lanciare l’impresa, il lavoro italiano e consentire a chi ha salari più bassi di avere un reddito dignitoso e che questa sia la manovra giusta lo dimostrano, tutti coloro che stanno giudicando il nostro Paese con gli investimenti esteri in Italia che sono cresciuti in questi mesi».
Urso ricorda che il taglio delle accise dei carburanti fatto dal governo Draghi «a fronte di un’emergenza» è costato alle casse dello Stato «un miliardo al mese. Se riproponessimo quella misura dovremmo trovare, in altro modo, con altre tasse, 12 miliardi di euro l’anno, ben più di quanto costava il reddito cittadinanza. Noi – prosegue il ministro – avendo una visione sociale e industriale ben chiara e una strategia Paese condivisa, abbiamo preferito usare quelle risorse per tagliare per due volte il cuneo fiscale: la prima volta con la manovra dello scorso anno e la seconda volta con il decreto del primo maggio».
Non solo accise: Urso ricorda che l’Opec ha tagliato la produzione per far alzare i prezzi
Urso ha spiegato oggi a Repubblica che «i prezzi dei carburanti hanno cominciato a salire da quando l’Opec, il cartello dei paesi arabi alleati con la Russia ha cominciato a tagliare la produzione per far salire i prezzi del barile. Un aumento che si scarica sul consumatore». «In Italia – ha aggiunto il ministro – abbiamo il costo industriale di benzina e diesel più basso d’Europa, molto più di Germania, Francia e Spagna», sostenendo che l’Europa «dovrebbe giocare anche nel caso dei carburanti un ruolo da protagonista. Come è avvenuto per il gas, quando il presidente Draghi ha proposto un price cap oltre il quale i paesi Ue non avrebbero più acquistato la materia prima, provvedimento poi attuato con il governo Meloni».
Ad Agorà, Urso ha parlato anche di caro voli e dell’adozione delle misure sull’algoritmo “che profilava i clienti in base al censo”. Nei primi di settembre il ministro delle Imprese e del Made in Italy incontrerà «tutti gli amministratori delegati delle compagnie e faremo un tavolo con governo regioni e compagnie perchè in Italia non c’è più il far west». «La compagnia ci ha detto che eravamo fuori dalle regole di mercato – ha detto l’esponente di FdI facendo riferimento a Ryanair – è la stessa che ha nel tempo accumulato una posizione dominante grazie ai sussidi degli aeroporti e che è stata sanzionata 11 volte in questi anni dall’autorità della concorrenza per avere, essa sì, violato le regole di mercato».