Violenza online, FdI al lavoro sul giro di vite. Mennuni: “Una legge per tutelare donne e minori”
Una “task force” a tutela dei giovani e un controllo preventivo sui contenuti digitali “violenti” per renderli inaccessibili ai minori. Dopo i fatti di Caivano, teatro dell’orribile stupro delle due cuginette di undici e dodici anni, FdI lavora a un disegno di legge in materia di tutela dei minori. “Sto studiando un provvedimento sul controllo dei programmi e, in generale, dei contenuti che inneggiano alla violenza e che non devono essere resi accessibili. Un ddl pensato per la tutela del minore”, ha spiegato la senatrice Lavinia Mennuni, avvocato e membro della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza. “Il testo – ha chiarito – sarà pronto a settembre”.
FdI al lavoro su una legge contro i contenuti violenti online
“Abbiamo bisogno di una vera e propria task force per tutelare le donne dalle violenze e, allo stesso tempo, tutelare i giovani dai contenuti violenti, che sono estremamente invasivi”, ha quindi aggiunto Mennuni, parlando con l’agenzia di stampa Adnkronos. Un’azione che, ha proseguito parlamentare di FdI, va “concertata con le autorità competenti”. “Stiamo vivendo una fase molto complessa, i problemi vissuti dai nostri ragazzi sono la ‘scia’ della crisi del Covid. Assistiamo a una crescita dell’abuso di alcol e stupefacenti. Abbiamo l’esigenza – ha avvertito la senatrice – di sostenere la generazione che sta attraversando queste difficoltà. Se, da una parte, è necessario inasprire le pene per chi commette violenze, dall’altra occorre implementare la cultura del rispetto della donna”.
Mennuni: “Tutelare donne e minori, incrementando la cultura del rispetto”
“Da madre di tre figli”, ha quindi chiarito Mennuni, “osservo che oggi viviamo in un’epoca in cui i nostri ragazzi spesso vengono lasciati soli con i loro smartphone, con la possibilità di accedere a contenuti che inneggiano alla violenza e alla mancanza di rispetto della donna. C’è quindi bisogno di attivare un controllo preventivo di questi contenuti ed evitare – ha concluso – l’accesso dei minorenni ai programmi violenti”.