Viva don Matteo (non quello della tv, ma il nipote di Prodi): «Cari fedeli, fate tanti figli»
«Fate figli e fate politica». L’esortazione, che non mancherà di far fremere di sacra indignazione i taliban dell’aborto, arriva da don Matteo Prodi (nella foto), nipote di Romano, unica bandiera vittoriosa della sinistra. Il sacerdote l’ha lanciata al termine dei funerali del padre Vittorio, da lui stesso celebrati questa mattina nella chiesa di Sant’Anna a Bologna. «Ripeto quello che già dissi al saluto a Matteino (il nipote di Vittorio morto a 16 anni in un incidente stradale in bici, ndr): fate figli, come non mi interessa. La Chiesa si dice che è frustrante e castrante sulla sessualità. Io oggi vi dico di fare figli, con chi volete, non importa».
Così il sacerdote celebrando i funerali del padre Vittorio
L’ilarità suscitata dalle sue parole non ha frenato don Matteo. «Perché – ha spiegato – se non abbiamo una famiglia numerosa, se mi muore l’unico zio che ho è un disastro, se me ne muore uno di venti è faticosissimo ma è uno di venti». In effetti quella dei Prodi è una famiglia numerosa e appassionata di politica. Lo stesso Vittorio ha condiviso con il fratello Romano l’impegno attivo nelle istituzioni (fu eurodeputato a Strasburgo). Ce n’era traccia anche in chiesa con la copia della Costituzione (appartenuta al nipote morto) posta sulla bara accanto al Vangelo. Figli e politica, ha dunque insistito don Matteo ricordando la recente visita del cardinal Zuppi all’eremo di Camaldoli, dove nel 1943 un gruppo di intellettuali cattolici gettò le basi politico-programmatiche che nell’immediato dopoguerra avrebbero ispirato l’azione della Democrazia Cristiana.
Ancora un lutto per Romano Prodi
«Il cardinale ricordava che chi ha scritto quel codice aveva 24, 26, 28, 30 anni. Oggi se un trentenne si presenta gli fanno fare 40 anni di gavetta e a 70 anni celebrano il funerale, non serve. Quindi – è la conclusione di don Matteo Prodi – fate politica perché è il modo più sublime per cambiare il mondo. Il mondo è a una svolta ma è a una svolta se qualcuno svolta, se no si va dritti». Ad ascoltare l’omelia anche i ministri Matteo Piantedosi e Anna Maria Bernini, che si sono stretti attorno alla famiglia Prodi, in particolare a Romano, apparso davvero molto provato. «In quattro mesi ho perso due fratelli e la moglie», ha detto l’ex-premier. Poi, riferendosi a Vittorio, ne ha ricordato le doti di umanità. «Tutti quelli che hanno lavorato con lui – ha sottolineato – hanno visto una disponibilità e una bontà fuori misura».