“A Caivano anche nel suo nome”: l’omaggio di Meloni alla memoria di Giancarlo Siani
Con un intervento a sua firma sul Messaggero, dal titolo “A Caivano anche nel nome di Siani”, il premier Giorgia Meloni ha voluto ricordare Giancarlo Siani, il giornalista ucciso dalla camorra il 23 settembre 1985. Non si tratta di un omaggio di maniera, ma dell’affermazione che chi è stato esempio di coraggio e libertà si onora incarnandone i valori in azioni concrete e coerenti.
L’omaggio di Meloni a Giancarlo Siani
L’articolo si apre ripercorrendo l’impegno che portò Siani, ad appena 26 anni, alla morte per mano della criminalità organizzata. “L’assassinio di un giovane giornalista napoletano si era trasformato subito in qualcosa che non si era mai visto”, scrive Meloni, ricordando che Siani per il Mattino indagava sulle collusioni tra camorra e amministrazioni locali e pagò l’aver acceso i riflettori sui territori della provincia di Napoli, “lontana dai riflettori e dalle grandi inchieste”. Una “condizione che rende spesso più facile alla criminalità organizzata vessare i cittadini di quelle periferie, renderli più indifesi, inculcando loro il senso di abbandono da parte dello Stato”.
“Era convinto che il destino della provincia di Napoli non fosse segnato”
“Giancarlo – sottolinea il premier – aveva capito come agiva la camorra, ne aveva denunciato i soprusi e raccontato i crimini. Non si è mai voltato dall’altra parte. E per questo ha pagato il prezzo più alto. Siani faceva il cronista, precario, nella provincia di Napoli, ne ha descritto il volto più cupo, ma era convinto che il destino di quei territori non fosse segnato. Così come – chiarisce Meloni – non è segnato il destino di Caivano, uno dei tanti territori italiani dove lo Stato ha smesso semplicemente di fare il suo lavoro e di adempiere ai suoi doveri”.
L’impegno per uno Stato che “torni ad assumersi le proprie responsabilità”
“I cittadini di Caivano, e di tutte le zone franche della nostra Nazione – prosegue il premier – hanno il diritto di pretendere che lo Stato torni ad assumersi le proprie responsabilità. Torni ovvero a fare il proprio lavoro, e a garantire servizi, offrire opportunità, dare ai cittadini le risposte che si meritano. È questa la visione che muove l’azione del governo per liberare Caivano dal giogo dell’illegalità, per ripristinare la sicurezza e gettare le basi per la ricostruzione sociale e la rinascita del territorio”.
Meloni: “A Caivano anche nel nome di Giancarlo Siani”
“Lo Stato – chiarisce il premier – deve tornare a fare lo Stato. Non deve più indietreggiare. Deve rispondere colpo su colpo alle ‘paranze’, agli atti intimidatori e a chi vorrebbe che a Caivano non cambiasse nulla e offrire una risposta organica in termini di educazione, aggregazione, formazione e legalità”. “Vogliamo che Caivano diventi un modello, da esportare nel resto d’Italia”, scrive il premier, ribadendo l’impegno assunto dal governo dopo l’orribile stupro delle due cuginette e subito trasformato in azione “concentrando l’attività del governo e di tutti i livelli istituzionali per dimostrare che, se lo Stato ci mette determinazione, forza e costanza, le cose possono cambiare davvero”. “Non sarà un cammino semplice, ma io credo – chiarisce Meloni – che una politica seria debba mettere la faccia sulle cose difficili invece che su quelle facili. Saremo lì, a Caivano e in tutta Italia. Giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, mese dopo mese. Lo faremo – è la conclusione dell’intervento di Meloni sul Messaggero – anche nel nome di Giancarlo Siani, e del suo insegnamento: “Mai in ginocchio, sempre in piedi”.