Aosta, bufera sul laboratorio per bambini della drag queen in biblioteca: inopportuna. Il caso del patrocinio

28 Set 2023 9:34 - di Redazione
lezione drag queen

Fa discutere la notizia che arriva da Aosta, dove sabato 30 settembre, nella biblioteca del quartiere Dora, si svolgerà nell’ambito dell’Aosta Pride week, un laboratorio creativo guidato da Francesco Pierri che, nei panni della drag queen Cristina Prenestina, leggerà il suo libro Nino il T-rex. Un evento dedicato ai bimbi in una biblioteca pubblica. Con il patrocinio del comune e della consigliera di parità della regione. Un appuntamento in calendario che arriva dopo i tentavi di scolarizzare e promuovere il gender nelle scuole primarie, e che pertanto ha suscitato dure reazioni della Lega che, attraverso il capogruppo in consiglio regionale Andrea Mafrin, ha presentato un’interrogazione in merito. Un caso, che ha registrato anche l’intervento di Fratelli d’Italia che, con il segretario cittadino Lorenzo Aiello, ha sottolineato l’inopportunità del patrocinio istituzionale a un laboratorio creativo dedicato ai bambini nell’ambito di un’iniziativa contro il bullismo. Ma procediamo con ordine.

Bufera sul laboratorio per bambini della Drag Queen

Dunque, il gender e le sue declinazioni e strumentalizzazioni pedagogiche torna a tenere banco in luoghi e contesti istituzionalmente dedicati ai minori. Un evento educativo e un appuntamento, quello di Aosta, che Il Giornale in edicola oggi rilancia, dedicato ai bambini con tanto di bolla patrocinante delle amministrazioni locali. Un caso che ha suscitato l’aspra riprovazione dei consiglieri di Lega e FdI. Con il capogruppo in consiglio regionale del Carroccio, Andrea Manfrin, che firmando un’interrogazione sulla vicenda, ha sottolineato l’inadeguatezza di «una lettura di libri dedicati specificamente ai bambini da parte di una cosiddetta “drag queen”. Ovvero, come definito dal vocabolario Treccani “una persona di sesso maschile, generalmente omosessuale o transessuale, che si esibisce in spettacoli di varietà travestita da donna. Con un trucco appariscente e un abbigliamento vistoso”».

L’interrogazione del Carroccio, la replica del comitato Aosta pride

Osservando contestualmente che, dal momento che la biblioteca in questione risulta inserita nel Sistema bibliotecario valdostano – prosegue Mafrin – è lecito chiedersi se l’iniziativa «sia stata condivisa con l’assessore regionale competente. Ed eventualmente se sia stato richiesto di aderire e/o estendere l’evento». La ferma reazione dell’esponente leghista a questo punto ha indotto il comitato Aosta Pride a una replica. Replica che, se da un lato punta sul curriculum di Pierri – è «un assistente sociale che lavora per il Comune di Roma. Che si occupa quotidianamente di minori. Consigliere dell’Ordine degli assistenti sociali del Lazio e che, addirittura, si è occupato di famiglie con minori sottoposti a provvedimento dell’Autorità giudiziaria minorile», si è tenuto a puntualizzare –. Dall’altro, ha precisato che l’appuntamento in programma «è su prenotazione: sono i genitori a iscrivere figli e figlie». Perciò «né il Comitato Aosta Pride. Né tantomeno Cristina Prenestina, obbligheranno bambini e bambine a partecipare all’evento». E ci mancherebbe altro, verrebbe da aggiungere…

Laboratorio per bambini con la drag queen: il caso del patrocinio

Non solo. Sulla vexata quaestio è intervenuto anche Fratelli d’Italia, che con Lorenzo Aiello ha ribadito da parte sua come e perché risulti quanto meno «paradossale. Mortificante. E decisamente non civile, che il Comune di Aosta patrocini una settimana di eventi inaugurata con un evento dedicato ai bambini, condotto da una Drag Queen, mascherato da giornata educativa contro il bullismo». Una forzatura, quella dell’inserimento dell’iniziativa in un contesto educativo dedicato ai più piccoli, su cui si è espresso infine anche il portavoce di Pro Vita e famiglia, Jacopo Coghe. Il quale, sul solco tracciato da Manfrin e Aiello, ha a sua volta rilevato: «Gli spettacoli Drag, ormai purtroppo lo sappiamo fin troppo bene, sono palesemente diseducativi e pericolosi. E neanche troppo indirettamente veicolano concetti quali il cambio di sesso. Il transgenderismo. L’identità di genere e la fluidità sessuale». Ma dalle amministrazioni locali, indirettamente invitate quanto meno a ritirare il patrocinio all’evento, al momento tutto tace.

 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *