Confindustria: “Fieri di Giorgia Meloni per il sostegno all’Ucraina. No al salario minimo”

15 Set 2023 12:24 - di Pasquale Perchia
Confindustria

Confindustria si riconosce “integralmente” nei numerosi interventi di condanna che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha compiuto sull’invasione dell’Ucraina. Così il leader di Confindustria, Carlo Bonomi, all’assemblea annuale dell’associazione aggiungendo che “siamo fieri che il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, abbia espresso con assoluta fermezza, a nome dell’Italia nel consesso internazionale, il sostegno senza se e senza ma al pieno ripristino dei diritti del popolo ucraino”. Bonomi ha poi affermato che “facciamo nostre le parole pronunciate dalla presidente Ursula Von der Leyen a New York il 21 luglio scorso: ‘L’Ucraina non sta combattendo solo per la propria libertà. L’Ucraina sta combattendo per la libertà di ogni Paese, perché questo è il principio della Carta delle Nazioni Unite. Nessuno vuole la pace più del popolo ucraino. Ma una pace duratura può essere costruita solo sulle fondamenta del diritto internazionale’.

Il leader di Confindustria: “Il salario minimo non risolve niente”

Carlo Bonomi ha poi criticato la proposta del Pd e della Cgil sul salario minimo definendola, “inutile”. “La discussione di questi mesi sulla opportunità o meno di introdurre per legge un salario minimo sembra trascurare che la nostra Costituzione ci obbliga a riconoscere al lavoratore un salario giusto” ha aggiunto il presidente di Confindustria, sottolineando che, “Il compito di arrivare ad una retribuzione giusta è affidato alla contrattazione collettiva; la mera introduzione di un salario minimo legale, non accompagnata da un insieme di misure volte a valorizzare la rappresentanza, non risolverebbe né la grande questione del lavoro povero, né la piaga del dumping contrattuale, né darebbe maggior forza alla contrattazione collettiva”, ha aggiunto Bonomi.

“No alle transizioni accelerate nell’industria imposte da Bruxelles”

Il leader di Confindustria ha poi confermato di essere sulla stessa linea del governo e dei Conservatori europei in materia di transizione ecologica. “L’accelerazione per il raggiungimento, in pochi anni, di stringenti obiettivi di contenimento delle emissioni climalteranti è avvenuta senza considerare tutti gli interessi degni di tutela e l’enorme sforzo che lo shock dei prezzi del gas ci avrebbe inflitto. Tutte le regolazioni sulla transizione ecologica- ha precisato Bonomi-,  come quelle per accrescere l’indipendenza dell’industria europea sulle materie prime, sono state assunte dalla Commissione Ue senza una dotazione finanziaria comune, mentre peraltro la politica monetaria della Bce cambiava di segno. Tutto ciò ha fortemente allarmato, perché ricorrere alle sole deroghe al divieto di aiuti di Stato per realizzare obiettivi così impegnativi, condizionandoli solo agli spazi di agibilità fiscale dei singoli Stati membri, condannerà l’industri di molti paesi europei a perdere la gara. Ed è una minaccia serissima per l’Italia” ha concluso Bonomi.

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