Conte sbugiardato dal sito di fact checking: il superbonus non ha creato un milione di posti di lavoro

12 Set 2023 8:27 - di Carlo Marini
Conte, superbonus

Da qualche tempo il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte ripete una cifra iperbolica sui presunti benefici del Superbonus 110 per cento per l’Italia. L’ex presidente del Consiglio sostiene che il bonus edilizio «ha creato un milione di posti di lavoro». “Giuseppi” ha ripetuto la roboante cifra in più occasioni: l’8 settembre in un’intervista con il Corriere della Sera, il giorno prima in un post su Facebook, il 5 settembre in un’intervista con il Quotidiano Nazionale e anche il 3 settembre al Forum Ambrosetti di Cernobbio. Ma una balla ripetuta più volte resta una balla. 

Il sito di fact checking Pagella Politica, specializzato appunto nel verificare le dichiarazioni dei leader politici, pubblica dati alla mano i numeri che smentiscono clamorosamente Conte. Il dato, infatti, non solo non trova conferma nelle statistiche ufficiali sull’occupazione, ma viene smentito incrociando più dati. «Fosse vero il dato indicato da Conte, vorrebbe dire che tutto l’aumento dell’occupazione in Italia degli ultimi due anni sarebbe merito solo del Superbonus. I dati Istat e le stime di istituzioni come il Ministero dell’Economia e delle Finanze indicano benefici occupazionali più bassi».

Superbonus: Conte ha stanziato 10 miliardi, è costato 100

I danni invece sono evidenti. La spesa per il Superbonus 110 cresce di 3 miliardi al mese. Un meccanismo infernale, che finora è costato 93 miliardi di euro e supererà quota cento (Nomisma calcola 140-150 miliardi). Una “catastrofe contabile”, come l’ha definita il premier Giorgia Meloni, che porta la firma di Conte e di Roberto Gualtieri, oggi sindaco di Roma, all’epoca ministro dell’Economia, che nel 2020 introdussero la maxi agevolazione edilizia e la prorogarono fino al giugno del 2022, allargandola anche alle seconde case unifamiliari. Il governo giallorosso (formato dal Pd e il M5s che ora strepitano dall’opposizione) sballò clamorosamente le stime sull’impatto dell’incentivo sui conti pubblici.

Tanto per avere un esempio, nella relazione tecnica al decreto Rilancio del maggio 2020, il governo Conte II stimava un costo per lo Stato di 10 miliardi, spalmati su un arco di tempo di 14 anni, fino al 2033. Nemmeno un miliardo all’anno. Peccato che, alla fine del 2023, il Superbonus di miliardi ne costerà quasi 100, e cioè dieci volte tanto. Grazie a Conte, che oggi dai banchi dell’opposizione continua a sparare superacazzole.

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