Covid, no degli esperti al “vacciniamo tutti” degli Usa. Bassetti furioso: i miei figli non lo faranno

13 Set 2023 16:18 - di Prisca Righetti
Covid

Negli Usa nuovi vaccini anti-Covid raccomandati a tutti dai 6 mesi di vita in su. A indicarlo sono gli esperti dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc), in un documento sui vaccini aggiornati alle varianti attualmente in circolazione. E sulle indicazioni per la stagione autunno-inverno alle porte. Il dibattito sulla nuova strategia anti-Covid a stelle e strisce anti-Covid arriva così in Italia, dove al fronte degli allarmisti sempre in trincea ad evocare paure e scenari da pandemia, stanno replicando in queste ore alcuni dei medici e dei virologi più in vista che, fermo restando in linea di principio il caposaldo dell’opportunità vaccinale, si dichiarano contrari all’immunizzazione di massa proposta oltreoceano. «In Italia il ministero della Salute ha fatto una scelta che è espressa nella circolare e che io sposo appieno», ha dichiarato tra i vari intervenuti sul punto Carlo Signorelli, docente di Igiene e Sanità pubblica all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e presidente del NitagGruppo consultivo nazionale sulle vaccinazioni.

Covid, gli Usa raccomandano il vaccino aggiornato per tutti dai 6 mesi in su: gli esperti contrari in Italia

Non solo, dopo l’affermazione di principio, l’esperto entra del merito delle sue argomentazioni e spiega: «Sposo cioè la linea del ministero nella quale vengono identificate precise categorie da indirizzare verso i richiami autunno-inverno. E si è anche detto che su indicazione medica si può uscire da quelle categorie, se ci sono situazioni particolari». Non una raccomandazione generalizzata? «No, non una vaccinazione di massa», chiarisce il professore, che poi aggiunge anche: «Che i Cdc statunitensi raccomandino a tutti gli americani dai 6 mesi di vita in su di fare il vaccino aggiornato alle varianti circolanti per la prossima stagione autunno-inverno ci sta – dice l’esperto all’Adnkronos Salute».

Signorelli: no a vaccinazioni di massa. Sposo la linea dell’Italia

Poi – prosegue – «ciascun Paese e ciascun piano vaccinale coglie queste indicazioni e le fa sue su certe categorie. Come da raccomandazioni ministeriali, allora, se un bambino piccolo ha una malattia che lede il sistema immunitario è nella lista. E il fatto che ci sia il vaccino indicato per lui è positivo». Poi, sottolinea in conclusione Signorelli, «bisogna mediare costi e benefici, e l’organizzazione di questa attività di prevenzione. Il ministero ha fatto una scelta proprio in base a una riflessione su come mettere insieme questi obiettivi. E io la sposo», ribadisce l’igienista.

Bassetti: «Il vaccino a tutti è un errore, i miei figli non lo faranno»

E un no netto al prototipo americano di vaccinazione di massa lanciato dai Cdc d’oltreoceano arriva anche da Matteo Bassetti. Il quale, interpellato a sua volta dall’Adnkronos Salute sulla vexata quaestio, ha risposto senza mezzi termini con un no netto. «Non sono assolutamente d’accordo” con i Cdc che raccomandano il vaccino aggiornato a tutti da 6 mesi di vita», ha affermato il direttore del reparto di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova. E ancora fieramente critico alle politiche sanitarie dell’ex ministro Speranza, rilancia: «Non dobbiamo ricommettere il medesimo errore già commesso due anni fa allargando la vaccinazione a tutti da 0 a 100 anni senza nessuna distinzione. Noi dobbiamo, per quanto riguarda l’Italia – perché ovviamente a me dei Cdc interessa sinceramente poco – cercare di evitare gli errori commessi nel passato».

La stoccata a Speranza: «Non dobbiamo ricommettere gli stessi errori di due anni fa»

Una contrarietà di principio che l’esperto applica anche sui suoi ragazzi. Anzi, sul punto Bassetti è lapidario: «I miei figli e mia moglie non si vaccineranno». Poi, a sostegno della sua teoria, ribadisce: «Ricordo che la quarta dose è stata fatta dall’8% della popolazione da 0 a 100 anni. Quindi mi pare che sia stato un fallimento totale – rimarca Bassetti –. Dobbiamo proteggere una popolazione di soggetti fragili, ultra-fragili e anziani, per cui io addirittura sarei dell’idea di non partire con la vaccinazione dai 60 anni in poi. Ma di “targetizzare” i grandi anziani: cioè dai 70-75 anni in poi. Più i fragili e gli ultra-fragili con questo richiamo. Su queste categorie – continua l’esperto – bisognerebbe riuscire ad arrivare al 100% di copertura, perché ogni persona di 70, 75, 80 anni che ha il Covid, rischia di avere una forma impegnativa di malattia. Di avere problemi, di dover andare in ospedale. Queste persone vanno assolutamente protette».

Covid, Gismondo: «Vaccino a tutti dai 6 mesi in su? Inaccettabile»

Infine, decisamente contraria alla strategia anti-Covid proposta negli Usa dai Cdc anche direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’Ospedale Sacco di Milano, Maria Rita Gismondo. La quale, sentita dall’Adnkronos Salute, sul tema ha dichiarato tranchant: «Restando sempre fedele ai sacri principi dell’immunologia. E a quelle che sono le basi su cui si deve fondare una campagna di vaccinazione, io dico che vaccinare tutti dai 6 mesi in su è veramente una cosa da non accettare».

«La strategia americana anti-Covid è assolutamente da rigettare»

Laddove, per “sacri principi” a cui l’esperta fa riferimento intende: 1) «il fatto che un vaccino, come qualsiasi farmaco, sia ampiamente sperimentato e conosciuto anche nei suoi effetti collaterali: e ancora alcuni aspetti di questi vaccini sono da considerare e da valutare», aggiunge. E 2) che un vaccino deve essere somministrato quando il rischio di un effetto collaterale – che è sempre presente per qualsiasi prodotto, non solo contro Covid-19 – è significativamente inferiore al rischio di contrarre la malattia. E dai 6 mesi in avanti, sino all’età anziana – precisa la Gismondo – il rischio di contrarre la patologia in forma grave è quasi inesistente. Ovviamente parliamo di individui sani, e non di fragili», puntualizza. Fino a concludere: «Quindi questo approccio americano, dal mio punto di vista è assolutamente da rigettare».

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