Decreto Caivano, l’orrore della sinistra per la sicurezza. Punire chi delinque per loro diventa “repressione”

8 Set 2023 16:28 - di Vittoria Belmonte

Che la si veda come “lady di ferro” che “spezza le reni ai ragazzini” (copyright dell’Unità) o come “mamma di ferro” che non si limita alle chiacchiere (interpretazione di Libero) Giorgia Meloni che fa cose concrete è ancora una volta spiazzante per la sinistra. E quanta collera, quanto rancore, quanta retorica nelle reazioni progressiste al decreto Caivano. Che pure, stando almeno a quanto detto dalla premier, nasce dalle raccomandazioni di e dalle consultazioni con persone che hanno a che fare con i minori devianti. Magistrati, docenti e assistenti sociali.

Ma alla sinistra piace troppo fare la sinistra del no a tutto. Sicché sotto sotto preferiscono che non si faccia nulla contro i ragazzini violenti e contro le loro famiglie. Perché evidentemente per loro esiste anche un diritto a girare armati. Inutile ricordar loro che la criminalità si fa scudo dei minorenni proprio perché questi ultimi non sono imputabili. Niente da fare: la parola d’ordine è denunciare la “deriva securitaria”, la “repressione”.

Elly Schlein si allinea subito: “L’impressione a caldo è che si insiste solamente sull’aspetto della repressione, quando io credo serva un grande investimento sulla prevenzione e l’educazione”. Eppure nel decreto Caivano c’è una parte che riguarda la scuola e gli investimenti per i docenti che operano in zone di frontiera. Ne ha parlato il ministro Valditara: “Come riferimento a Caivano abbiamo previsto 20 docenti in più proprio per Caivano, ci sarà uno stanziamento significativo per assunzione del personale Ata, abbiamo stanziato 6milioni per incentivare dal punto di vista economico quei docenti che lavorano in scuole di frontiera e predisposto un punteggio aggiuntivo per chi lavora in scuole di frontiera”.

Non va bene neanche l’innalzamento delle pene (fino a 2 anni di carcere) per i genitori che non mandano i figli a scuola. Evidentemente per la sinistra era meglio la multa irrisoria – 30 euro – fino da oggi prevista. Aumentare le pene? Ma quando mai. Ci si mette anche Marco Cappato a dire che in realtà basterebbe legalizzare le droghe per evitare lo spaccio e dunque la delinquenza minorile… E poi c’è il giovane Marco Furfaro che in tv sproloquia dicendo che se metti in carcere un 14enne diventerà un adulto criminale. Soluzioni alternative? Non si sa, non è dato sapere.

E infine Paola De Micheli che a “Dritto e rovescio” accusa di populismo “repressivo” il decreto Caivano. Poi diffonde anche una notizia falsa e cioè che nella finanziaria saranno tagliate le risorse per le forze dell’ordine. Non è così. Ma per di più – come le ha fatto notare Maurizio Gasparri – erano i governi targati pd che tagliavano le risorse per polizia e carabinieri.

Ma quanto la sinistra sia restia all’idea che chi commette un reato merita una punizione lo sottolinea Chiara Braga, presidente dei deputati Pd, in un tweet in cui scrive: “L’unica risposta del Governo a povertà e disagio sociale è ordine e sicurezza. Il decreto reprime, colpisce i minori senza costruire reti sociali e solidali”. Ordine e sicurezza, scrive Braga con malcelato disprezzo. Concetti che le procurano, evidentemente, allergia.

Un po’ come la parola “bonifica”, usata per Caivano da Giorgia Meloni, che ha stranito la conduttrice di InOnda Marianna Aprile. Il termine bonifica, con quella eco un po’ mussoliniana e che fa pensare all’agro pontino nel bieco ventennio, mal si concilia con la erre moscia dei compagni che in periferia non ci vivono però sanno tutto su come si risanano…

 

 

 

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