Donzelli: “Nessuna sindrome di Calimero, gli attacchi di lobby e poteri forti ci rafforzano”
«È evidente come oggi, ora che finalmente torna la politica, con un nuovo assetto di stampo conservatore di centrodestra, si assiste a una forte reazione”. Intervistato dal Corriere della Sera Giovanni Donzelli, responsabile dell’organizzazione di Fratelli d’Italia, fa il punto sull’attualità e spiega la ragione dei continui attacchi al governo Meloni. “Che – dice – non ci spaventano né ci stupiscono. Anzi, ci motivano”.
Donzelli: le proteste non ci fanno paura
A capitanare le proteste non tanto il Pd – spiega Donzelli – ma “lobbisti, gruppi di pressione economici potenti, tanti che hanno appunto occupato spazi di potere. E siccome a noi non interessa il potere per il potere, ma il bene della nazione, facciamo paura”. Nessuna sindrome di Calimero, però. Il responsabile organizzazione di FdI poi sgombra ogni dubbio sulle nomine Rai. “Sono sempre state fatte tenendo conto delle professionalità, comunque non cerchiamo alcun alibi. Siamo solo consapevoli che sono in atto e ci saranno ancora attacchi. Sapremo difenderci”.
In Europa si deve marciare uniti
Finita la luna di miele con l’Europa? “Quando la premier Meloni va con Ursula von der Leyen in Tunisia per siglare un accordo per fermare l’immigrazione clandestina, significa che ci muoviamo uniti, per il bene dei cittadini europei. Il problema non è la Ue come istituzione, ma sono la sinistra italiana e quella europea con il loro approccio ideologico. Proprio oggi chiedono di boicottare quell’accordo, creando un danno all’Italia”.
Francia e Germania erano abituate male
Il riferimento è alla nuova postura di Berlino e Parigi. “Diciamo che Francia e Germania erano abituate a governi italiani che facevano entrare immigrati e poi ne impedivano l’uscita. Noi invece diciamo che parlare di redistribuzione senza aver fermato i flussi dei clandestini non risolve nulla. Anche questo è uno schema costituito che vogliamo rompere”.
La difesa dei confini è un problema di tutti
Sicuramente c’è una situazione molto drammatica in Africa, soprattutto nel Sahel, dice Donzelli, “ma non vogliamo ragionare tanto sulle cause, quanto sulle risposte. La difesa dei confini deve essere un problema dell’Europa, non solo dell’Italia”. Paura per la nuova nomina europea di Mario Draghi? “Dimostra quanto l’Italia conti: ci rafforziamo come nazione avendo in un ruolo di peso una persona autorevole come Draghi. Non lo abbiamo sostenuto al governo, ma non abbiamo mai messo in dubbio il suo valore”.
Manovra, molto è già stato fatto
Ora si apre la partita difficile della manovra. “Non temiamo di deludere le aspettative, anche perché abbiamo già fatto molto in questo primo anno. Il Pil italiano cresce forse meno del previsto ma più di Germania e Francia, i dati Istat confermano il balzo dell’occupazione stabile. E già ci sono risultati concreti. La riforma del fisco, gli aiuti alle famiglie, uno Stato che torna a occuparsi delle periferie. Noi faremo con senso di responsabilità quello che serve all’Italia, non per cercare il consenso facile e immediato, ma con misure utili alla crescita della nazione”.