Dopo la scuola, il governo dà l’avanti tutta sulla giustizia. Nordio: «Riforma entro novembre»
Nessuno sforna più leggi di noi italiani. Il ministro Carlo Nordio ha quantificato in un «circa dieci volte superiore alla media europea» questo malsano primato sulla proliferazione normativa. Il Guardasigilli ha snocciolato questo dato nel corso del convegno “Le Buone Leggi. Semplificare per far ripartire l’Italia“, in via di svolgimento a Roma. «Le nostre iniziative – ha proseguito – vanno tutte nella direzione della semplificazione». Ma non è facile disboscare la giungla legislativa. «C’è un problema – avverte infatti il ministro –: l’avanzare della tecnologia va più veloce delle leggi, e noi siamo costretti a inseguire». Com’era prevedibile, Nordio ha colto l’occasione del convegno per ribadire alcuni punti fermi della sua azione. A cominciare dalla riforma della separazione delle carriere, da lui definita «non negoziabile».
Nordio: «Intervenire anche sull’obbligatorietà dell’azione penale»
Per due ragioni: «La prima è che è nel programma di governo, è stato concordato da tutte le forze politiche e quindi va attuata per rispetto verso i cittadini che ci hanno votato. La seconda è che è consustanziale al processo accusatorio. Se attuiamo il processo accusatorio, dobbiamo attuare anche la separazione delle carriere». Facile a dirsi, molto meno a farsi alla luce del fuoco di fila che l’opposizione è pronta a scatenare pur di inseguire il famigerato partito delle Procure denunciato da Luca Palamara. Ma è difficile anche perché la separazione non è attuabile per via ordinaria. «Secondo me richiede una revisione costituzionale – conferma Nordio – anche perché deve essere correlata alla discrezionalità dell’azione penale, che in questo momento per Costituzione è obbligatoria».
«L’attuale codice di procedura penale è imbastardito»
Il ministro ha poi voluto smorzare in anticipo una delle maggiori obiezioni a tale soluzione. «La separazione delle carriere – ha spiegato – non ha assolutamente come conseguenza la riconduzione del pm sotto l’esecutivo. Questa è una conseguenza inventata da quelli che non vogliono la separazione delle carriere per altri motivi». Il Guardasigilli ha dato informazioni anche rispetto al timing delle riforme. «Sono in cantiere per il mese di novembre». Ci sarà anche la prescrizione, «seguendo il principio dell’estinzione del reato piuttosto che quello dell’estinzione del processo». Infine, l’annuncio di una ripulitura del Codice di procedura penale «imbastardito e compromesso da una serie di interventi del legislatore e della Corte costituzionale». Allo stato, infatti, il nostro processo non è né accusatorio né inquisitorio. Ma sul punto Nordio si fa cauto: «Certo, un codice non si rifà in tre mesi»