Emergenza sbarchi, la Boldrini è in Tunisia per ragionare su come accogliere meglio gli immigrati
Missione Africa, per il Pd, con l’obiettivo di discutere di politiche di immigrazione verso l’Italia, nel segno del “porte aperte”, come tutti sanno. Laura Boldrini, da ieri, è in Tunisia con Peppe Provenzano, il Responsabile Esteri del partito. Provenzano e Boldrini – informa una nota – “incontreranno esponenti della società civile, del mondo politico e rappresentanti di organizzazioni internazionali per discutere della crisi democratica, economica e sociale che sta vivendo il paese nordafricano e delle politiche migratorie nel Mediterraneo”. Proprio nei giorni in cui l’Italia viene presa d’assalto dai migranti e dagli scafisti…
L’emergenza sbarchi e la posizione della Boldrini e del Pd sull’Africa
Solo tre mesi fa, lo stesso Provenzano accusava Meloni (in visita a Tunisi con la presidente della Ue Von der Leyen…), di aver incontrato “un autocrate” nella persona del Presidente della Repubblica Tunisina, Kais Saied. “Quello appena siglato è un accordo di “partenariato strategico”, che aiuterà a limitare l’immigrazione clandestina in partenza dalla Tunisia e a combattere il traffico di esseri umani, era scritto nel verbale dell’incontro, con lo stanziamento per la Tunisia di 150 milioni di euro per sostenere il disastrato bilancio tunisino e – in un secondo tempo – altri 105 milioni serviranno per finanziare il supporto al controllo delle frontiere.
Le critiche all’accordo fatto dalla Meloni per frenare le partenze
Il Pd, però, non vede di buon occhio quell’accordo con quello che considera un “regime”, come ha ribadito un suo esponente anche a Strasburgo, nell’annunciare la visita della delegazione del partito a Tunisi. “Orde di migranti clandestini richiedono misure urgenti contro una impresa criminale ordita all’inizio di questo secolo per cambiare la composizione demografica della Tunisia. Il presidente tunisino, Kais Said, alcuni mesi fa, utilizzava questo linguaggio verso chi fuggiva da guerre e cambiamenti climatici nei paesi dell’Africa subsahariana. È in questa situazione, in un Paese dove gli oppositori sono in carcere e dove avanza l’autoritarismo, che a luglio è stato firmato un memorandum d’intesa politica tra questo governo tunisino e l’Unione europea”, ha detto Brando Benifei, capodelegazione degli eurodeputati Pd, nella plenaria dell’Europarlamento.
“Il mio partito, il Partito democratico, sarà in questi giorni in Tunisia per capire se la strada puó essere un’altra. L’Europa deve finalmente fare una propria politica sulla migrazione fondata su flussi legali, solidarietà e accordi che rispettino i nostri valori. Lo può fare se si ha la volontà politica, altrimenti saremo ancora e sempre sotto ricatto da dittatori o aspiranti tali”, conclude Benifei.