Fondazione Open, la Procura di Firenze chiede al gip di utilizzare la corrispondenza già sequestrata a Renzi

22 Set 2023 13:49 - di Redazione

La Procura di Firenze ha chiesto al gup del Tribunale, Sara Farini, di avanzare al Parlamento la richiesta di autorizzazione a utilizzare il materiale già sequestrato, che al momento è illegittimo, relativo alla corrispondenza del senatore Matteo Renzi, della deputata Maria Elena Boschi e dell’ex-deputato Luca Boschi nell’ambito del processo sulla Fondazione Open, dove sono indagati per il presunto reato di finanziamento illecito dei partiti.

La richiesta è stata presentata questa mattina dal procuratore aggiunto Luca Turco durante la nuova udienza per discutere la richiesta di rinvio a giudizio di 11 indagati.

L’udienza è stata aggiornata al 6 ottobre, quando le difese degli imputati presenteranno al giudice le controdeduzioni alla memoria depositata dal pm Turco.

Con questa richiesta la Procura di Firenze si è adeguata alla recente pronuncia della Corte costituzionale che ha accolto il conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato sollevato dal Senato, dichiarando illegittimi i sequestri della corrispondenza (anche messaggi via whatsapp) di Renzi operati dalla Procura fiorentina perchè non era stata richiesta l’autorizzazione a procedere all’Assemblea di Palazzo Madama.

Spetterà al gup accogliere o meno la richiesta della Procura e valutare se esistono ancora le condizioni per richiedere alla Giunta delle autorizzazioni di Camera e Senato del sequestro della corrispondenza di Renzi, Boschi e Lotti già finita agli atti dell’inchiesta.

All’udienza era presente questa mattina come di consueto solo Matteo Renzi tra gli indagati, che ha stretto la mano al pm Luca Turco al suo arrivo a palazzo di giustizia.

Al termine dell’udienza l’ex-presidente del Consiglio ha dichiarato ai giornalisti: “È successo che dopo 4 anni da una mia lettera al procuratore Turco in cui, dopo aver ricordato di essere parlamentare, avevo espressamente chiesto di procedere rispettando la Costituzione all’articolo 68, il procuratore Turco si è accorto che noi avevamo ragione e lui torto. Ci hanno messo 4 anni per arrivare alla conclusione a cui sarebbero potuti arrivare semplicemente rispondendo alla mia lettera del novembre 2019″.

“Chi segue questo processo si rende conto che è in corso una incredibile vittoria della legalità. Ma la legalità la stanno portando avanti le difese e non i pm – ha sostenuto Renzi – Quindi per utilizzare un termine calcistico anche oggi due a zero per noi”.

“Io non urlo, non grido, non faccio polemiche, faccio ricorsi e li vinco. Questa è la differenza – ha spiegato l’ex-presidente del Consiglio – Sul merito in questo processo la Procura di Firenze è stata smentita dalla Corte di Cassazione, dalla Corte costituzionale, dal Parlamento della Repubblica e adesso noi continueremo ad andare avanti lavorando tanto a livello disciplinare al Csm, tanto al livello penale alla Procura di Genova quanto in questo procedimento. E se ci sarà da discutere in Parlamento io sarò ben felice di dare la mia piena disponibilità all’utilizzo di tutto il materiale. Noi non chiederemo che sia negata l’autorizzazione ma torneremo in aula e spiegheremo l’assurdo di una vicenda come questa in cui i pm violano la legalità e la difesa è costretta a ripristinare il diritto in questo palazzo della giustizia”.

Renzi ha proseguito parlando sempre con i giornalisti: “Quattro anni fa ricordai al pm Turco che essendo parlamentare per utilizzare il materiale su di me doveva utilizzare la procedura prevista dall’articolo 68 della Costituzione. Oggi a distanza di quattro anni Turco ha capito che se rispondeva sì a quella lettera, ci saremmo risparmiati quattro anni di udienze. Ma vi rendete conto chi sta difendendo il diritto e chi invece lo sta violando? Quindi la Procura oggi, dopo quattro anni, è arrivata al suggerimento che gratuitamente gli avevamo dato nel 2019 e lo Stato avrebbe risparmiato tanti soldi: questo processo a noi costa del tempo ma ai cittadini costa un sacco di soldi”.

L’obiettivo della Procura, ha detto ancora Renzi, “è di andare alla prescrizione: mi sembra del tutto evidente e naturale, perchè non hanno nulla in mano. La verità è che noi andremo avanti nel processo contro i pm di Firenze in sede disciplinare al Csm, in sede penale alla Procura di Genova, in sede di ricorsi. Noi si va avanti, con me hanno beccato quello sbagliato. Gli atti dimostrano che noi siamo innocenti: c’è uno solo che ha violato la legalità: il pm Turco, non noi. Forse non è chiaro quello che sta succedendo nel processo Open: si stanno ribaltando i ruoli. Io non ho detto che non dovete processarmi perchè ho qualcosa di nascosto ma che i pm devono seguire le regole e finchè c’è la Costituzione si segue la Costituzione”.

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