Giorgia Meloni a New York: non consentirò che l’Italia diventi il campo profughi dell’Europa
Alla vigilia del suo discorso all’Onu – prima volta di una donna premier italiana – Giorgia Meloni preannuncia quale sarà la sua impostazione sulla questione immigrazione che intende porre all’attenzione di tutti i paesi, non solo europei nella sala oro e blu del Palazzo di Vetro durante la sua due giorni a New York: “non consentirò che l’Italia diventi il campo profughi d’Europa“.
E’ un messaggio diretto non solo a chi, come Francia e Austria, alza barricate davanti ai confini con l’Italia per blindare le frontiere e impedire l’accoglienza degli immigrati, non solo alla Germania che rifiuta la ricollocazione. Non solo all’Unione Europea che, non sa trovare, aldilà delle parole di circostanza, un fronte comune e compatto di fronte a un tema che non è e non può essere questione esclusivamente italiana.
Il messaggio all’Africa e ai nuovi schiavisti: nessun ritorno a quella barbarie
E’ un messaggio che Giorgia Meloni lancia all’Africa, a chi pensa di mettersi in viaggio rischiando la vita nel Mediterraneo ben sapendo che non potrà rivendicare il diritto d’asilo. Ed è un messaggio agli scafisti, a chi organizza e a chi lucra sui viaggi della speranza. Ai nuovi schiavisti. E’, infine, un messaggio, chiaro e netto, a chi per ideologia, per meschino calcolo elettorale sfrutta la tragedia dell’immigrazione, a quella sinistra che rema contro l’Italia, che sta giocando su due tavoli a Bruxelles.
Ai giornalisti che puntano i riflettori sulle parole del premier polacco Mateusz Morawiecki, per l’impegno dell’Europa in 10 punti condiviso dalla von der Leyen – “un piano disastroso” – Giorgia Meloni replica: “parlate della Polonia ma la Francia ha bloccato le frontiere, la Germania ha detto che non ricolloca, l’Austria ha detto che farà più controlli al Brennero. Tutte le nazioni europee si stanno comportando così. E questa è la ragione per la quale l’unico modo serio per affrontare la questione è che tutti insieme lavoriamo sulla difesa dei confini esterni”. L’Europa, insomma, inizia a Lampedusa.
Giorgia Meloni: L’Italia “non può essere lasciata sola. E’ un tema mondiale”
Il terremoto in Marocco, l’inondazione in Libia hanno accentuato un problema che esiste. E che l’Europa non può ignorare. Come non può ignorarlo l’Onu. L’Italia “non può essere lasciata sola”. E avanzerà una sua proposta. Giorgia Meloni confida nell’Onu perché, sottolinea con forza, “un’organizzazione che fu fondamentale nel contribuire a sconfiggere la schiavitù non può consentire il ritorno di quella barbarie sotto altre forme. E intendo dirlo con chiarezza”.
Dunque c’è solo un modo per affrontare il problema dell’immigrazione, che è un tema mondiale e non solo italiano. Ed è affrontalo tutti insieme. Nessuno può chiamarsi fuori da questa partita: “se avessimo la bacchetta magica avremmo risolto il problema. Non ce l’abbiamo – dice Giorgia Meloni. – Ci vorrà tempo, ma sono convinta che ce la faremo”.
Prima di lasciare Columbus Circle dove ha deposto una corona di fiori sotto la statua di Cristoforo Colombo, a due passi da Central Park, e dopo aver assistito all’apertura dei lavori della 78a Assemblea Generale delle Nazioni Unite, Giorgia Meloni ricorda che ha ricevuto in questi giorni “molta attenzione e consapevolezza, molta solidarietà. Il problema è capire – sottolinea la premier italiana – quando e quanto quella solidarietà diventerà anche fatti concreti”. Perché, dice, “questo è quello che a me interessa ora”.
“Fermare i trafficanti. E implementare il memorandum con la Tunisia”
Quali sono questi fatti concreti? Giorgia Meloni non ha dubbi: “quel che occorre fare è fermare i trafficanti”.
“Per me è importante che vada avanti il memorandum con la Tunisia, al di là – accusa la premier italiana – dei soliti tentativi della sinistra europea di minare un lavoro molto delicato, lungo e faticoso e di non avere spesso il coraggio di farlo a viso aperto, continua a essere la soluzione più sensata. Dopodiché la Commissione ha detto che, secondo loro, il memorandum è un modello da utilizzare anche con altre nazioni e io sono d’accordo”.
In definitiva “bisogna mandare avanti il memorandum, implementarlo e fare arrivare le risorse. Dopodiché penso che lo schema vada utilizzato per tutti i paesi del Nordafrica”.
“Punto primo: se qualcuno pensa, anche in Europa, che il problema possa risolversi in Italia si sta sbagliando. Io non consentirò che l’Italia diventi il campo profughi d’Europa. Punto secondo – rimarca la premier italiana – anche se ci fossero al governo persone con una visione immigrazionista, come quello di prima, il problema non lo risolvi in Italia. Il problema si risolve dichiarando guerra ai trafficanti e intervenendo in Africa, con un approccio di aiuto e non predatorio”. Un messaggio, anche qui, chiaro alla Francia. Che, fino ad oggi, ha depredato l’Africa.
“Aiutare l’Africa, non depredarla. Un ruolo dell’Onu per gli hotspot in Libia”
“Credo che il ruolo che le Nazioni Unite possono giocare sia anche un ruolo importante di sensibilizzazione, cioè far capire – aggiunge il primo ministro italiano – che non è una questione ideologica, che il problema c’è e che i grandi problemi si affrontano. Penso che il ruolo che le Nazioni Unite possono giocare un ruolo nella gestione degli hotspot in Libia, per valutare le richieste di asilo. E per distinguere una volta per tutte il tema dei rifugiati che è stato strumentalmente sovrapposto a quello dei migranti economici. Può essere una cosa che sicuramente ha una sua utilità: sarebbe non dico risolutiva, ma importante. Per farlo ci vuole la collaborazione dei governi africani, è quello su cui bisogna lavorare”.
Insomma per la presidente del Consiglio italiana “l’Onu è fondamentale nel consentire, senza approcci ideologici, una maggiore attenzione di tutti e non farsi utilizzare mescolando cose che non stanno insieme: finché in Europa pretendiamo di discutere di come distribuiamo le persone non ne verremo a capo, perché nessuno può pensare, di fronte a questi flussi, di scaricare il problema su un altro”.
Immensa Giorgia…finalmente una grande politica che pensa al futuro dei nostri figli
si capirà dalle decisioni autonome (?) dell’ ONU in proposito, ma poi c’e’ il FMI AGENZIE e Speculatori vari . Dopo rimane parlare con KIRILL ,NON SI SA MAI.