Il Papa in Mongolia. Lavoro diplomatico con Pechino per un dialogo sulla pace

1 Set 2023 12:01 - di Rosaria Ambrogio
Papa

Papa Francesco è arrivato in Mongolia per il suo 43mo viaggio apostolico. L’aereo con a bordo il Pontefice è atterrato all’aeroporto internazionale “Chinggis Khaan” di Ulaanbaatar.  Al suo arrivo, il Santo Padre è stato accolto dal ministro degli Affari Esteri della Mongolia, Batmunkh Battsetseg. Dopo la Guardia d’Onore e il saluto delle delegazioni, il Papa e il ministro degli Affari Esteri hanno raggiunto la vip lounge dell’aeroporto per un breve colloquio. Al termine, Papa Francesco si è trasferito in auto alla prefettura apostolica di Ulaanbaatar dove è stato accolto dal personale e dai fedeli. Per oggi non sono previsti appuntamenti per permettere al Pontefice di riposare in vista delle giornate intense che lo attendono, con cinque discorsi pronunciati in tre giorni.

Il Papa: “Popolo piccolo, terra grande”

“Andare in Mongolia è andare presso un popolo piccolo in una terra grande”. Queste le parole pronunciate da Papa Francesco durante il volo aereo verso il paese asiatico. “La Mongolia sembra non finire e gli abitanti sono pochi, un popolo piccolo di grande cultura. Credo che ci farà bene capire questo silenzio, così lungo, così grande. Ci aiuterà capire cosa significa, ma non intellettualmente: capirlo con i sensi. La Mongolia si capisce con i sensi”. Il Pontefice ha dato anche un consiglio ai giornalisti e operatori presenti: “Mi permetto di dire che farà bene forse ascoltare un po’ la musica di Borodin, che è stata capace di esprimere cosa significa questa lunghezza e grandezza della Mongolia”, ha concluso il Pontefice.

Il messaggio a Xi Jinping e la riposta cinese

La Cina ha dichiarato che sta cercando di “rafforzare la fiducia reciproca” con il Vaticano, dopo che il Papa ha inviato “un saluto di augurio” al presidente Xi Jinping e al popolo cinese in occasione della sua visita in Mongolia. “La Cina è pronta a continuare a lavorare con il Vaticano per impegnarsi in un dialogo costruttivo, migliorare la comprensione, rafforzare la fiducia reciproca”, ha detto il portavoce del ministero degli Esteri, Wang Wenbin, nel suo briefing con la stampa, aggiungendo che Pechino “promuoverà il processo di miglioramento delle relazioni tra i due Paesi”.

La Chiesa testimone di diplomazia

Papa Francesco è il primo Pontefice della storia ad atterrare in Mongolia e questo testimonia la capacità della Chiesa di proseguire il lungo cammino iniziato da Giovanni Paolo II e proseguito da Benedetto XVI non solo per adempiere al suo principale compito teologico, che è quello dell’evangelizzazione, ma anche per porsi come punto di riferimento di mediazione diplomatica tra i grandi del mondo. L’Asia ha al suo interno Paesi di grande tradizione cattolica, come le Filippine, ma non vi è dubbio che la Cina rappresenti( insieme all’India) l’obiettivo principale di un’interlocuzione costante sui grandi temi della pace, del rispetto dell’ambiente e dell’uguaglianza sociale.

Nonostante la sua età e un fisico spesso provato dalle sofferenze, Bergoglio continua a viaggiare nel mondo, ponendosi come figura di straordinaria attualità e di reale testimonianza di valori universali. Il Vaticano e la Cina non hanno relazioni diplomatiche in corso e le dichiarazioni di oggi suonano come lo scongelamento di tensioni passate che presto potrebbero portare a un reciproco riconoscimento.

Il viaggio in Asia e il suo significato

Come scrive Formiche, il viaggio in Asia ha molteplici significati. “La storia in Estremo Oriente ha visto la Chiesa cattolica implicata- scrive il giornale- in vicende che l’hanno avvicinata più ai coloristi occidentali che ai popoli locali, almeno nel tempo precedente la comparsa dell’ateismo di Stato. Questo ateismo di Stato ha formato anche in Mongolia un apparato burocratico ostile alle fedi per la passata influenza sovietica e oggi per il peso della sospettosa Cina. Ma al contempo il governo mongolo dimostra interesse e attenzione alla presenza missionaria cattolica, preziosa per gestire molti progetti nel campo educativo e agricola”. La Chiesa vuole difendere i temi dell’ambientalismo e delle minoranze e avvicinarsi ulteriormente al popolo cinese, anche in considerazione della presenza di milioni di cattolici a Pechino. Un’altra dimostrazione di abile e paziente diplomazia per costruire un futuro prossimo diverso.

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