Infermiera uccisa a Roma, il marocchino fermato è un irregolare, irascibile e con precedenti per rapina

6 Set 2023 18:35 - di Greta Paolucci
infermiera uccisa a Roma

Ancora una volta gli approfondimenti d’indagine elevano all’ennesima potenza l’orrore della vicenda e trasformano lo sgomento in indignazione e rabbia. Come già scoperto per il caso del magrebino accusato di essere il killer della tabaccaia di Foggia, anche sul brutale omicidio di Rossella Nappini, l’infermiera romana 52enne accoltellata a morte lunedì pomeriggio a Roma, e ritrovata in un lago di sangue nell’androne del palazzo dove viveva con la madre, si è scoperto che l’uomo di 45 anni di origini marocchine fermato dai poliziotti della Squadra Mobile di Roma per il delitto era irregolare sul territorio.

Infermiera uccisa a Roma, il marocchino accusato del delitto era irregolare sul territorio

La notizia è emersa dagli accertamenti eseguiti a carico dell’uomo: il marocchino 45enne Adil Harrati, destinatario di un fermo di indiziato di delitto, che quando è stato rintracciato dagli agenti stava preparando la fuga. Domani nel carcere di Regina Coeli si terrà l’interrogatorio di convalida. Il 45enne è accusato di aver ucciso la 52enne, con cui ha avuto una relazione, colpendola con diverse coltellate all’addome. La Procura di Roma gli contesta anche l’aggravante della premeditazione. Nei confronti del 45enne le prove sarebbero schiaccianti, dai video delle telecamere di videosorveglianza, alle celle telefoniche e testimonianze.

Sul movente gli inquirenti seguono la pista dei soldi

Ora l’assassino, rinchiuso nel carcere Regina Coeli, rischia l’ergastolo. I pm devono ancora chiarire alcuni punti oscuri sull’omicidio: e dopo un’inziale pista passionale, ora quanto si apprende al momento la Procura starebbe seguendo la pista economica. Sono ancora molti i dubbi e ancor di più gli elementi che gli investigatori di Roma devono chiarire sul movente dell’efferato delitto. Gli inquirenti, infatti, che non credono che l’omicidio sia legato alla fine della relazione con la vittima, ma sono orientati ad appurare l’ipotesi di un movente legato ai soldi.

Infermiera uccisa a Roma, che ci faceva in casa della vittima quel pomeriggio?

La domanda a cui gli inquirenti stanno cercando di dare una risposta – a fronte del fatto che il sospettato marocchino è rimasto in silenzio e non si esclude che si comporterà così durante l’udienza di convalida del fermo – è soprattutto: come mai il 45enne aveva ancora accesso alla casa della madre e continuava ad avere un legame con Rossella Nappini? Come riporta tra gli altri il sito del Tgcom24, infatti, «Harrati ha passato l’intero pomeriggio in casa della madre con l’infermiera. Forse tentava di stabilirsi in quella casa? O chiedeva denaro?».

Il marocchino fermato per l’omicidio di Roma: irregolare, irascibile e con precedenti per rapina

E ancora. «La Nappini è stata infatti uccisa sul pianerottolo di casa. Era uscita per andare a prelevare alle Poste. Forse il rifiuto di dare dei soldi all’uomo, ha scatenato la rabbia dell’assassino, conosciuto già dalle forze dell’ordine per rapina e per il suo carattere irascibile?». E secondo inquietante interrogativo ancora in attesa di risposta: perché si trovava proprio in quella casa, oltretutto in possesso dell’arma con cui poi si avventerà contro la 52enne? Intanto, mentre ancora si cerca l’arma del delitto, una cosa è certa: Harrati era un immigrato irregolare. Noto alle forze dell’ordine per via di un precedente per rapina – sembra in un supermercato –. E, come scrive Il Corriere della sera, con la nomea fra chi dice di conoscerlo di essere «una persona irascibile»…

 

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