Italian Conservatism chiude in bellezza: il governo Meloni fa già da modello per la nuova Europa

30 Set 2023 20:34 - di Valter Delle Donne
Italian Conservatism

È terminata con il commosso tributo alla vedova di Roger Scruton, la seconda e ultima giornata di Italian Conservatism, appuntamento che ha riunito a Roma le diverse anime culturali e politiche della destra europea.

Nella sala Verdi dell’Hotel Quirinale (affollata da un pubblico dall’età media sorprendentemente giovane), i conservatori europei hanno parlato a più voci e non solo per un fatto geografico (hanno infatti partecipato delegati dalla Svezia alla Spagna, dalla Croazia al Regno Unito) ma soprattutto perché hanno raccolto le diverse sensibilità politiche, a confronto in vista delle elezioni europee in programma nel 2024.

Fini elogia Meloni e Tajani: non potevano agire meglio

Evento più atteso dell’ultima giornata, l’intervista di Luca Telese a Gianfranco Fini. L’ex leader di Alleanza nazionale non ha lesinato elogi al governo, in particolare al premier Meloni sul fronte dell’emergenza migranti. «Nell’attuale contesto europeo il governo italiano sta facendo tutto il possibile e lo sta facendo bene e il Piano Mattei può essere la soluzione per arginare in maniera concreta i flussi migratori». Fini ha ricordato che «Meloni sta agendo in sede europea e sta agendo con i Paesi di partenza». «Oggi – ha aggiunto l’ex presidente della Camera – ci sono Paesi che rifiutano di riprendersi i loro connazionali e in quei casi il foglio di via è inutile. Solo con stretti accordi bilaterali con i Paesi di partenza si possono rendere piu’ agevoli i rimpatri». Fini ha anche elogiato anche, da ex ministro degli Esteri del governo Berlusconi, l’attuale responsabile della Farnesina. «Non capisco le contestazioni alle frasi di Tajani sulla Germania. Se una nave adempie a un dovere salvando dalla morte un migrante, lo porta nello Stato di cui quella nave batte la bandiera. Diventa difficile contestare la limpidezza di questa considerazione». A questo proposito ha ricordato la definizione del presidente Mattarella sul Trattato di Dublino “preistorico”. E sulla legge che porta la sua firma (la Bossi-Fini) non ha mancato di osservare «che 22 anni sono tanti, è cambiato il mondo» ed è «cambiata la storia». Per poi lanciare una stilettata alla sinistra. «L’hanno tanto contestata ma non l’hanno mai cambiata quando sono stati al governo».

La seconda giornata di Italian Conservatism ha registrato, tra i diversi interventi, quello del viceministro dell’Economia Maurizio Leo, che ha illustrato alla platea la svolta della riforma fiscale attuata dal governo. Una rivoluzione «nel rapporto tra fisco e contribuente», «un cambio di paradigma incentrato sulla certezza del diritto e la semplificazione».

Antonio Giordano: “Alle elezioni europee prevarrà il pragmatismo dei conservatori”

Ma sono stati soprattutto il tema immigrazione e quello delle alleanze elettorali che hanno tenuto banco nel corso degli interventi dei vari relatori. Tra le diverse anime, da una parte ha spiccato l’antieuropeismo di Gianluigi Paragone che ha annnciato alla platea del Quirinale che Italexit non si presenterà alle Elezioni europee (la soglia di sbarramento al 4% lo metterebbe quasi sicuramente fuori) per poi articolare una violenta intemerata contro l’istituzione Unione europea. A fargli da ideale contraltare Antonio Giordano, segretario di Ecr. «La politica si fa con il pragmatismo – ha ricordato il deputato di Fratelli d’Italia – e alle elezioni europee si vota col sistema proporzionale». Per poi ricordare che «se già in Italia è complesso armonizzare le esigenze di un cittadino della Sicilia con quello del Trentino, in Europa gli elettori alla frontiera con la Russia hanno posizioni ed esigente completamente diverse dalla nostre. Come pure la sensibilità di un cittadino svedese con quelle di un elettore del sud Italia». Mai come adesso ha concluso Giordano servono «buon senso e buona volontà» per arrivare a una sintesi politica vincente per i conservatori europei».    

Italian conservatism: un successo di presenze e un buon punto di partenza

«L’evento – come hanno spiegato gli organizzatori Fantini, Giubilei, Tatarella – ha aperto di fatto la campagna elettorale per le europee non solo da un punto di vista politico ma anche culturale e meta politico. Italian Conservatism – si dicono convinti gli organizzatori –  è l’inizio di un percorso che ci porterà a organizzare varie iniziative per costruire finalmente un’Europa dei popoli e delle nazioni».

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