La Cgil getta la maschera sulla crisi Marelli: bene la passerella di Schlein, Calenda “non è gradito”

30 Set 2023 9:05 - di Sveva Ferri
marelli calenda

La vertenza Magneti Marelli fa esplodere l’ennesima lite feroce nel campo dell’opposizione, con una saldatura tra Pd e Cgil e il sindaco che arriva alle “minacce” nei confronti di Carlo Calenda. Mentre il governo è impegnato a cercare di risolvere la crisi causata dalla decisione del fondo Kkr di chiudere l’impianto di Crevalcore, con 229 persone che resterebbero a casa (il ministro Urso ha convocato un tavolo per il 3 ottobre), a sinistra è tutta una corsa a fare passerella, con la pretesa da parte della Cgil di decidere chi può e chi non può andare in visita agli operai.

La passerella di Elly Schlein alla Marelli

Elly Schlein è andata ieri agli stabilimenti, tra gli operai in presidio, dove si sono fatti vedere anche gli attivisti dei Fridays for future. Le promesse di vicinanza al dossier della leader Pd sono state accolte con sorrisi e foto d’ordinanza. Senonché, anche Carlo Calenda ha annunciato che sarebbe andato, oggi, e la risposta della Fiom, che tiene il presidio, è stata che “non è gradito”.

Le critiche di Calenda a Landini: troppo morbido sul dossier per finalità politiche

Il leader di Azione ha osato criticare Maurizio Landini: sul caso Magneti Marelli ha preso una posizione troppo debole – è stato il ragionamento di Calenda – per non inimicarsi gli Elkann, ex proprietari dell’azienda e, soprattutto, editori di giornali come La Stampa e Repubblica, la cui amicizia è necessaria al leader della Cgil in vista delle sue mire politiche. Mire, va ricordato, che intrecciano direttamente il destino del Pd, a partire dalla saldatura delle piazze.

Le minacce al leader di Azione: “Se viene risponderà delle accuse al nostro segretario”

Apriti cielo: le critiche a Landini sono diventate subito, nella narrazione della Cgil-Fiom, “gravissime offese per i lavoratori” e il leader di Azione è finito in lista di proscrizione. Al presidio alla Marelli “non è ospite gradito”, hanno fatto sapere i segretari regionali e provinciali di Cgil e Fiom, con il segretario bolognese della Fiom, Simone Selmi, che è arrivato ad avvertire che “se si presenta risponderà della accuse fatte al nostro segretario”.

La replica: “Sono un senatore, vado dove voglio”

“Non ho offeso i lavoratori. Ho criticato Landini e la sua compiacenza verso gli azionisti della Fiat e di Repubblica rispetto alla de-industrializzazione del settore automotive. Landini non è i lavoratori. Pronto a fare un confronto dove e quando vuole. Ricordo alla Cgil che ho chiesto di bloccare la vendita della Magneti Marelli con la golden Power. Governo Conte. Non mi ricordo analoghe posizioni della Cgil. Andrò a Crevalcore. Accetterò eventuali contestazioni e spiegherò quello che intendiamo fare in Parlamento per difendere i lavoratori di Magneti Marelli. Fine”, è stata la replica di Calenda su X, dove poi il leader di Azione ha anche avvertito di stare “attenti a passare il limite delle intimidazioni. Primo perché non ha alcun effetto, secondo è roba da fascisti”. Un concetto ribadito anche nel corso della trasmissione Tagadà su La7: “Io sono senatore, dove ritengo di andare vado. Nessuno può impedire a un cittadino di andare dove ritiene. Le intimidazioni e le minacce non funzionano con me e non sono degne di un Paese democratico e antifascista”.

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