La psichiatra Marazziti al Secolo: “Bene il governo sui minori, la pornografia va limitata”
Donatella Marazziti, psichiatra tra i più famosi d’Italia, docente universitario alla UniCamillus di Roma, interviene con un’intervista al Secolo sui provvedimenti di oggi del governo in materia di prevenzione della violenza giovanile e di limitazione della pornografia online.
Che ne pensa del provvedimento del governo sull’accesso limitato ai siti porno?
Sono assolutamente d’accordo e lo avevo chiesto pubblicamente aderendo all’invito del ministro Roccella. Innanzitutto la pornografia, anche negli anni in cui non c’erano i social, era vietata ai minorenni. Quindi è giusto che siano gli adulti ad accedere ai siti pornografici ma c’è anche e soprattutto altro. È necessario che i produttori di questo settore capiscano che bisogna evitare sceneggiature che emulino violenze sessuali. Io non criminalizzo la pornografia, ma deve essere accessibile agli adulti e deve evitare qualsiasi finzione che rimandi a una sorta di normalizzazione della violenza. E mi pare che addirittura anche Rocco Siffredi abbia detto questo.
Lei ha parlato di giornaletti manga in cui si assiste a scene di necrofilia.
Si, purtroppo è vero e anche queste rappresentazioni sono inaccettabili. Qui non si tratta di censurare l’arte, come accadeva nell’ottocento quando si coprivano i nudi di Donatello ma di assumere comportamenti responsabili. La necrofilia è una perversione e se viene mostrata come una forma di sessualità ordinaria dà un senso
della morte effimero. E i ragazzi devono saper conoscere e rispettare la morte per poter rispettare la vita.
Che ne pensa delle misure rivolte ai minori nel decreto di oggi?
Sono favorevole e non dovrebbe essere una questione di parte. La violenza giovanile certamente va prevenuta con la cultura, la socialità, l’educazione in famiglia e scuola , il lavoro, ma l’assenza di una qualunque sanzione (come un periodo ai servizi civili o il ritiro del telefonino) è inconcepibile per qualsiasi stato liberale. E le sanzioni, per i minori, vanno proporzionate all’età e devono tendere al recupero sociale. Un ragazzo sbaglia e gli si vieta per un periodo di utilizzare i social? Benissimo. Potrà avere il tempo per capire, riabilitarsi e riutilizzare internet con giudizio. Il castigo è una sorta di tradizione antica ma Dostoevskij ci ha insegnato a capire la sua funzione, adattata in senso metaforico al presente.
Come si previene l’uso di alcol e di droghe tra i giovani?
Ritornando nelle piazze, là dove stanno i giovani, nelle scuole, mostrando i danni che queste sostanze producono, ma soprattutto bisogna investire in progetti seri, come lo sport o l’aggregazione, per conoscere i fenomeni ma anche non avere paura di vedere un poliziotto in strada. Io sono figlia di un carabiniere e se vedo una divisa mi sento più sicura.
La psichiatria non dovrebbe forse cambiare il significato di antisocialità?
Guardi, alcune definizioni psichiatriche vanno riviste. Antisociale che significa? Commettere dei crimini coscientemente e quindi assumersi le responsabilità. Noi abbiamo il compito di educare, prevenire e accogliere, ma chi commette dei reati, specialmente quelli gravi, non può cavarsela perché è antisociale: è un delinquente e come tale va trattato, sempre con l’obiettivo di poterlo rieducare alla socialità.
La questione sociale come si affronta?
Con gli sforzi di tutti. Purtroppo negli anni sessanta e settanta sono stati costruiti interi quartieri ghetto. Quei quartieri vanno bonificati e l’urbanistica deve pensare ad integrare i ceti diversi, non a separarli. Le città vanno realizzate integrando e servono progetti di coinvolgimento sociale. Questa è un’altra strada verso una condivisione di valori.
I ragazzi di oggi hanno troppi soldi?
A volte si. Devono avere il giusto progressivamente anche se provengono da famiglie ricche. Altrimenti l’idea del consumo brucia tutto. Soprattutto dobbiamo insieme far capire loro che la ricchezza non è un valore. La felicità passa attraverso la bellezza, l’empatia, l’ altruismo e la compassione e non attraverso il consumo. Se partiamo da questo riusciamo a capire che l’altro è un soggetto che merita rispetto e comprensione. Servono le famiglie, la scuola, partiti, la Chiesa, i centri di aggregazione. Il nichilismo e il ritiro sociale sono i veri nemici dei nostri ragazzi e del
nostro futuro.