Lagarde e l’aumento dei tassi Bce, FdI: “Decisione irresponsabile, impoverisce l’Europa”

14 Set 2023 19:15 - di Redazione
Lagarde

Lagarde nemica dell’Europa. L’ennesimo aumento dei tassi da parte della Bce ha scatenato le reazioni di settori dell’impresa, dei consumatori, e la dura presa di posizione di Fratelli d’Italia. Con una serie di dichiarazioni, gli esponenti del partito di maggioranza relativa hanno messo in evidenza l’impatto negativo che avrà sull’economia europea la decima, consecutiva, decisione al rialzo di Christine Lagarde.

Rampelli: “Altro colpo mancino di Lagarde all’Italia”

Il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, ha detto che, “l’aumento dei tassi d’interesse deciso a maggioranza dalla Bce è stato giustificato dalla presidente, la signora Lagarde, come un atto necessario alla luce dei dati. Giova ricordare che le economie degli Stati membri non sono soltanto freddi dati, che la finanza non è l’elemento decisivo nella vita di persone, famiglie e imprese e l’incremento deciso oggi, probabilmente neppure l’ultimo, ha conseguenze pesanti se non addirittura devastanti su milioni di famiglie e imprese. Tutta l’area euro-ha aggiunto Rampelli- sta faticando a rientrare nei parametri economici e sociali post pandemia, ora incagliati sull’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Tutta l’area euro non è ancora uscita dall’emergenza economica. Una politica così restrittiva è un colpo durissimo alla nostra ripresa sulla quale il Governo Meloni sta lavorando con grande impegno. Un altro tiro mancino della Bce. Cui prodest? Di sicuro non all’Italia”, ha concluso il vicepresidente di Montecitorio.

Antoniozzi: “Raddoppiati i mutui a tasso variabile, costruire un’altra Europa”

“Un elettore di FdI della Calabria mi ha mandato un estratto del suo mutuo a tasso variabile: avrebbe dovuto pagare 320 euro il mese per vent’anni ma da due anni, grazie alla politica di Lagarde, la sua rata è passato a seicento euro e ora passerà a 630”. Lo ha affermato Alfredo Antoniozzi, vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera. “Se Lagarde pensa di contrastare in questo modo l’inflazione- ha aggiunto Antoniozzi- non tiene conto del fatto, come ha detto giustamente Adolfo Urso, che la recessione tedesca porterà a una contaminazione e che l’effetto domino dell’aumento del costo del denaro aumenterà a breve la stessa inflazione. Dobbiamo costruire una nuova Europa ha concluso Antoniozzi- che parta da un’analisi dell’economia non ancorata a logiche spietate. La politica di Lagarde non è quella della Fed degli anni ottanta e non porterà i benefici che la banca americana portò agli Usa, con Reagan, in un contesto internazionale del tutto diverso ma rischia di impoverire l’Europa e di vanificare azioni di grande impatto come quelle fatte in Italia, dal taglio del cuneo fiscale alla detassazione di tredicesime e straordinari”, le parole del numero due di FdI alla camera.

“Aumento dei tassi altera il mercato”

“L’ennesimo rialzo dei tassi di interesse fatto dalla Bce mortifica il mercato, da questa Europa a trazione socialdemocratica famiglie ed imprese ricevono l’ennesima stangata, invece di ricevere fiducia ed aiuti”, ha detto il senatore Matteo Gelmetti, sempre di Fratelli d’Italia. Marco Osnato, presidente della commissione finanze, di Fdi, ha affermato che, “per raffreddare l’inflazione si può forse scegliere una strada più neutra, che non si intrometta nelle scelte individuali di risparmio e investimento? Io credo di sì, ma sarebbe compito della politica fiscale dei singoli Stati. Alla Bce andrebbe chiesto un passo indietro, alla luce di un interventismo ormai eccessivo e spesso destabilizzante, fatto senza decenza”.

L’economista Guida: “Decisione senza senso, necessario diminuire i tassi”

“La Bce sbaglia a continuare a perseguire una politica monetaria restrittiva a questi livelli. L’aumento dei tassi d’interesse per contrastare l’inflazione non è lo strumento più adatto in ogni condizione contestuale. Lo ha affermato Roberto Guida, ordinario di economia e top manager del gruppo Marzotto Venture.” L’efficacia e l’opportunità della misura dipende dalle ragioni che hanno determinato l’incremento generalizzato dei prezzi. Nel caso dell’area Euro-ha proseguito Guida- ci troviamo di fronte ad un’inflazione da offerta innescata dall’aumento del costo delle materie prime, energetiche in particolare. Affrontare il fenomeno come se si fosse generato da un eccesso di domanda di beni, riducendo e rendendo più costoso il denaro in circolazione, non farà altro che ridurre i consumi privati e innescare una severa stagflazione”.

“Sarebbe invece necessario- ha continuato Guida- allentare la morsa dei tassi, che sta gravando pesantemente su famiglie e imprese, attuando interventi di tipo non convenzionale nei settori che hanno attuato comportamenti opportunistici, alimentare in testa, con misure mirate di controllo dei prezzi lungo tutta la filiera”.

“Per ottenere risultati strutturali è, inoltre, urgente agire in maniera decisa sulle vere cause della spirale inflazionistica-conclude Guida-: l’inefficienza dei fattori produttivi contribuisce infatti, attraverso scarsa produttività e flessibilità del mercato del lavoro, alla trasmissione degli aumenti di prezzo, tanto quanto una sostanziale mancanza di qualificazione dell’offerta di alcuni settori ancora lontani da una vera concorrenza e una ormai necessaria maggiore spinta all’innovazione”.

 

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