L’ex portavoce della Appendino condannato a un anno a 8 mesi per peculato. Il pm aveva chiesto 9 anni
Luca Pasquaretta, ex portavoce della sindaca M5s di Torino, Chiara Appendino è stato condannato a un anno e otto mesi di reclusione per un peculato su una consulenza prestata per il Salone del Libro.
Pasquaretta è stato assolto da tutte le altre accuse, tra le quali quella di estorsione proprio nei confronti di Appendino. Dopo la fine del suo incarico di portavoce dell’allora sindaca M5S di Torino, nell’estate del 2019 Pasquaretta (secondo l’accusa) avrebbe esercitato pressioni indebite per ottenere nuove collaborazioni.
Chi è Luca Pasquaretta, ex portavoce della sindaca Appendino
Con Pasquaretta sono stati condannati Giuseppe Ferrari, all’epoca vice direttore generale del Comune di Torino, e Mario Montalcini, all’epoca dei fatti vicepresidente operativo del Salone del libro. Per entrambi la pena è di un anno e 4 mesi di reclusione. In questo caso la procura ipotizzava il peculato sostenendo che Pasquaretta venne retribuito con cinquemila euro in maniera illegittima come consulente per l’edizione 2017 della kermesse libraria. Da altre vicende sono stati assolti, oltre a Pasquaretta, due imprenditori e Giuseppe Musacchio, amministratore unico del Consorzio di bonifica della Basilicata. Per lui e per lo stesso Pasquaretta il tribunale ha disposto la trasmissione degli atti a quello di Matera per il vaglio di una ipotesi di peculato.
Condannato per la consulenza falsa ma “non ci fu estorsione alla sindaca”
Appendino (oggi parlamentare di punta del M5s) non si è costituita parte civile e al processo non ha confermato l’interpretazione dei fatti operata dalla pubblica accusa. Per Pasquaretta la pubblica accusa aveva chiesto nove anni di carcere. «Quella richiesta – osserva l’ex portavoce della sindaca a 5 Stelle – mi aveva particolarmente amareggiato. Nella vita può sbagliare: si può sbagliare con le parole, parole pronunciate in certi momenti. Ma non era giusto farmi passare per delinquente». «Io – ha detto ancora l’ex portavoce del sindaco di Torino – voglio bene a Chiara Appendino: per me è una sorella. Credo di poter dire che, insieme, abbiamo scritto un piccolo pezzo di storia di questa città».