Migranti, Lampedusa: oltre 2000 arrivi in poche ore. Meloni: serve tempo per una soluzione strutturale

12 Set 2023 19:00 - di Martino Della Costa
Migranti

Migranti, Lampedusa è sotto assedio. Mentre la Open Arms, indagata per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, riprende il largo tra le polemiche, e forte del sostegno economico assicurato dal Pd con una donazione alla Ong sanzionata. Con il governo al lavoro sul dossier migranti dal primo minuto del suo insediamento. E con la Meloni costantemente attiva sul fronte attraverso misure interne e di politica estera, a Lampedusa crollano gli argini: l’isola «è in piena emergenza: è invasione». È questo l’ultimo grido d’allarme lanciato dal vice sindaco leghista dell’isola, Attilio Lucia. Un sos che prende corpo con la descrizione della situazione di queste ore in particolare. Una situazione in cui sono i numeri a parlare: e molto chiaramente. «Più di 3000 persone sbarcate nelle ultime 24 ore. Numeri questi che mi portano a pensare a un’invasione più che a un fenomeno migratorio. Mi sento di dire basta», ha detto l’amministratore dopo la raffica di approdi delle ultime ore.

Migranti, Lampedusa in tilt: oltre duemila arrivi in 68 sbarchi

Barchini pieni di migranti sono in fila indiana all’ingresso del porto di Lampedusa, al molo Favaloro. Centinaia di persone ammassate sulle barche in legno pronte ad approdare sulla maggiore delle Pelagie. Persino i lampedusani sono sorpresi e sconcertati da scene come quelle a cui stanno assistendo. In poche ore sono arrivate circa 2.000 persone: impossibile al momento fissare un numero esatto. Quel che è certo è che da mezzanotte ad ora si sono susseguiti almeno 58 sbarchi. Tutti con barchette di piccole dimensioni. Si pensa che ci siano delle cosiddette “navi madre” che accompagnano i migranti fino a poche decine di miglia da Lampedusa. E poi li lasciano arrivare in porto sui barchini. A bordo sono prevalentemente uomini, ma ci sono anche delle donne e dei minori. Polizia di Stato e Carabinieri sono incessantemente al lavoro da ore per le per identificazioni.

Barchini in fila davanti al molo a Lampedusa: il grido d’allarme del vice sindaco

Ma non basta ancora. E così il vice sindaco Lucia si rivolge direttamente alle istituzioni: «Oggi probabilmente arriveremo a 100 sbarchi, non sono più numeri che può sostenere quest’isola. Serve che intervenga la Difesa. Faccio appello al presidente Meloni e a tutto il Governo italiano affinché si adottino provvedimenti di urgenza». E ancora: «Bisogna trovare misure d’accoglienza alternative – aggiunge il vice del primo cittadino –. Mi rivolgo alle Istituzioni nazionali. E a quelle europee, che non hanno la benché minima idea di quello che sta succedendo oggi a Lampedusa. Vi invito a venire a vedere con i vostri occhi. Non possiamo e non vogliamo più farci carico di questo fenomeno migratorio, mentre l’Unione europea resta miope di fronte a un evento che rimarrà nella storia. Lampedusa ha bisogno di soluzioni e ne ha bisogno subito», ha concluso perentorio il vicesindaco.

Migranti, Meloni: «Serve tempo, non mi interessano soluzioni effimere o risposte propagandiste»

Non basta e non potrà bastare, però, fin tanto che, come ha rilevato oggi la stessa Giorgia Meloni all’assemblea nazionale di Fratelli d’Italia, mentre l’esecutivo vara «un decreto dopo la tragedia di Cutro, per contrastare il traffico di esseri umani», «il Pd decide di finanziare una nave Ong indagata per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, oltre che sotto sequestro per violazione del decreto Cutro. Questa è una vergogna», ha detto il premier, riferendosi alla raccolta fondi effettuata dal partito di Elly Schlein per Open Arms. E non è certo l’unica spina nel fianco… Per questo, affrontando il delicato tema anche oggi in assemblea a Roma, la Meloni ha ribadito: «È un lavoro immane, ci vorrà tempo, ma alla fine avremo la meglio sui trafficanti. Fermeremo l’immigrazione illegale e gestiremo ordinatamente quella legale. Significa garantire all’Italia accordi e investimenti. Aiutare le nostre aziende ad aprire nuove opportunità. E significa garantire che il nostro punto di vista sia tenuto in considerazione nel dibattito internazionale», ha rimarcato.

Meloni e l’obiettivo di «una soluzione strutturale all’immigrazione irregolare che alla fine ci vedrà avere la meglio»

Non solo. «So che molti di quelli che ci hanno votato speravano in risultati immediati – riconosce la Meloni –. Non mi spaventa pagare uno scotto nel breve periodo, perché a me non interessano soluzioni effimere o risposte propagandiste che funzionano sul piano della comunicazione, ma durano due mesi. Per poi tornare al punto di partenza. Voglio risolvere il problema in modo strutturale». Del resto, ha anche spiegato il premier, «la politica estera è sempre politica interna. Questo significa affrontare alcuni dei grandi temi irrisolti degli ultimi decenni, come l’immigrazione». Un «lavoro immane», per l’appunto. «Che richiederà del tempo», certo. Ma che – come ha assicurato Giorgia Meloni – «alla fine ci vedrà avere la meglio»…

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