Morte di Valeria Fioravanti, 2 errori medici. La perizia: “Meningite scambiata per emicrania e lombalgia””

5 Set 2023 14:13 - di Alessandra Parisi

Due errori medici sono costati la vita ad una ragazza di 27 anni a Roma. Due diagnosi errate effettuate in due diversi Pronto Soccorso della Capitale. Una grave forma di meningite è stata scambiata per mal di testa e lombosciatalgia. È quanto emerge dalla consulenza medico-legale disposta dalla Procura nell’ambito dell’indagine che vede indagati tre medici per la morte di Valeria Fioravanti, lo scorso 10 gennaio scorso.

Meningite scambiata per mal di testa e lombalgia

Secondo scritto dai consulenti del pm la malattia che uccise la ragazza non venne riconosciuta. Non si eseguirono gli esami specifici nonostante il quadro clinico suggerisse di verificare se la paziente fosse affetta da meningite. Nei Pronto Soccorso di due ospedali, dove la ragazza si è recata alla luce dei forti dolori, come ricostruisce Repubblica, non fu accertata la malattia.

Due errori per la morte di Valeria Fioravanti

Al policlinico Casilino, secondo quanto riporta il quotidiano, gli fu diagnosticata una cefalea causata da un movimento “incongruo” compiuto mentre si lavava i capelli. Il secondo errore, a sette giorni di distanza, al San Giovanni Addolorata dove le venne diagnosticata una lombosciatalgia. Alla giovane è stata quindi prescritta una cura farmacologica a base di Toradol.

Medici superficiale, la ragazza poteva salvarsi

Secondo il capo di imputazione i medici sono stati “superficiali” nel trattare la paziente. Oltre la diagnosi sbagliata, la somministrazione del potente antinfiammatorio, che ha sostanzialmente eliminato il dolore ma non ha fermato il decorso della malattia, ha reso impossibile un intervento celere per scongiurare la morte. Tutto inizia il giorno di Natale dello scorso anno. Valeria si reca al Campus Biomedico per la rimozione di un foruncolo infiammato. Le viene asportato con due punti di sutura.

L’odissea iniziata a Natale al Campus biomedico

Esce dall’ospedale ma continua a stare male e il 29 dicembre, accompagnata dai familiari, va al Policlinico Casilino. Qui i medici riscontrano una cefalea forse dovuta ad un movimento sbagliato. Le viene prescritto il Toradol da assumere per dieci giorni. Il quadro non migliora e dopo una nuova visita, il 4 gennaio, si reca al San Giovanni Addolorata. Le viene effettuata una tac lombo sacrale: per i dottori si tratta di sospetta lombo sciatalgia. Altro Toradol.

La diagnosi sbagliata e la morte il 10 gennaio

Due giorni dopo l’ultima visita la situazione precipita. La ragazza si presenta di nuovo al San Giovanni. Da una tac celebrale emerge una meningite acuta in fase conclamata. Da qui la corsa contro il tempo per salvargli la vita. Ma il quadro clinico diventa drammatico al punto che la ragazza muore il 10 gennaio nonostante i disperati tentativi di salvarla.

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