“Neet” oltre il 16% dei ragazzi italiani. Il governo riforma gli istituti professionali

12 Set 2023 13:43 - di Mario Campanella
Neet

I “Neet”, cioè i ragazzi che non lavorano e non studiano, in Italia sono  il 16,3%, quasi il doppio rispetto alla media dei Paesi dell’Ocse, dove Il 9,9 % dei giovani adulti di età compresa tra i 25 e i 29 anni in possesso di qualifiche di livello terziario non studia e non lavora. E’ quanto emerge dal rapporto Ocse “Education at a Glance 2023” e per la prima volta c’è un governo, quello Meloni, che corre ai ripari. In tutta l’area dell’Ocse, il 17,1 % delle persone di età compresa tra i 25 e i 29 anni in possesso di un diploma di istruzione secondaria superiore o post-secondaria non terziaria a indirizzo tecnico-professionale rientra nella categoria dei Neet , mentre in Italia tale percentuale è pari al 26,2 %. I tassi di Neet per le donne di età compresa tra i 15 e i 34 anni in possesso di un diploma di istruzione secondaria superiore a indirizzo tecnico-professionale sono leggermente superiori a quelli degli uomini.

Valditara: “Il 18 la riforma pensata proprio ai Neet”

“La grande sfida è l’istruzione tecnico-professionale: il 18 porterò in Consiglio dei ministri la riforma in via sperimentale dell’istruzione tecnico professionale”. Lo ha detto il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara alla presentazione del Rapporto Ocse 2023 Education at a Glance. “L’apprendimento fondato sul lavoro offre vantaggi, consente di applicare le competenze su un contesto pratico e facilita la transizione dalla scuola al mondo del lavoro. Un apprendimento fondato sul lavoro è fondamentale, ce lo dice anche il report Ocse – ha evidenziato il ministro -. E’ importante favorire un passaggio dalla formazione tecnico professionale al livello successivo, costruendo un percorso 4+2 con lo sbocco universitario e negli Its”, ha aggiunto Valditara.

“Il mondo del lavoro ci chiede gente qualificata”

Valditara ha sottolineato che, “Il tasso di occupazione dei diplomati dai tecnici e professionali è più basso rispetto alla media dei paesi Ocse e questo ci induce a sperimentare forme nuove sempre più legate al mondo del lavoro. La griglia d’allarme delle imprese e degli industriali è forte e ci chiede un percorso di istruzione tecnico professionale di alta qualità; del resto il vantaggio retributivo è del 40% superiore rispetto a chi non ha qualifiche di questo tipo soprattutto tra i 45 e i 54 anni”.

“Più occupazione dagli istituti professionali rispetto ai licei”

“E’ interessante anche un altro dato- ha aggiunto il ministro dell’istruzione-: il tasso di occupazione in tutti i paesi Ocse e in Italia è più elevato tra chi proviene dai tecnici professionali rispetto a chi proviene dai licei: dallo studio emerge che in Italia il 40% dei giovani di 15-19 anni è iscritto a percorsi di istruzione secondaria superiore a indirizzo tecnico-professionale, rispetto al 23% dell’area dell’Ocse. Nonostante questi percorsi siano ampiamente diffusi, i risultati ottenuti dagli studenti sono inferiori rispetto ai media dell’Ocse” ha concluso il titolare dell’istruzione.

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