Nordio: “Nessuno vuole la magistratura sotto il controllo dell’esecutivo. Pensarlo sarebbe un’eresia”
Non c’è alcuna volontà di assoggettare la magistratura al governo e anche solo pensarlo sarebbe “un’eresia”. A ribadirlo è stato il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, nel suo intervento al congresso nazionale della corrente della magistratura Area, a Palermo, nel corso del quale il Guardasigilli ha invitato piuttosto a guardare alle “cose che uniscono” per portare avanti le riforme: “Tra queste – ha sottolineato – c’è sicuramente quella di rendere la giustizia più efficiente e rapida”.
Nordio: “Un’eresia pensare che la magistratura possa finire sotto il controllo dell’esecutivo”
“Ho fatto il magistrato e lo rifarei e mi sento con la toga addosso”, ha detto Nordio, spiegando che “perciò mi preme dire che, quali che siano le riforme, per me sarebbe un’eresia pensare che la magistratura possa finire sotto il controllo dell’esecutivo”. “Ho scelto questa professione perché è la più libera e importante nell’attuazione del dettato costituzionale, vincolata come è solo alla legge. Mai l’avrei scelta – ha sottolineato il ministro – se avessi pensato che da pm avrei avuto sopra di me un potere gerarchico rappresentato da un partito”.
Una riposta agli allarmi di Albamonte
Nel suo intervento di ieri, in apertura del congresso, il segretario uscente di Area, Eugenio Albamonte, aveva sostenuto che “sotto l’ombrello della separazione delle carriere vengono nascoste norme insidiose per gli equilibri democratici definiti dalla Costituzione, alcune di queste sono state più volte anticipate dal ministro Nordio che si appresta a presentare un disegno di legge”. “Un pm separato che non conduce più le indagini e che non coordina la polizia giudiziaria – ha detto Albamonte – sarà strumento dell’iniziativa di quest’ultima che, a sua volta, sarà alle dirette dipendenze del decisore politico da cui dipende funzionalmente e gerarchicamente”.
Il focus del Guardasigilli: “Lavoriamo su ciò che unisce: serve una giustizia più efficiente”
“Nessuno ha mai pensato né penserà mai che vi possa essere un domani una soggezione della magistratura, sia giudicante che requirente, al potere esecutivo né di qualsiasi altra forma di controllo estranea alla indipendenza della magistratura”, ha detto ancora Nordio nel suo intervento, spiegando che “io ho cercato di annunciare le riforme secondo noi essenziali e prioritarie che riguardano l’efficientamento della giustizia, di cui nessuno parla mai”. “Noi – ha proseguito – stiamo lavorando alacremente, diciamo che quasi due terzi della nostra attività è dedicata all’efficientamento della giustizia ai fini di attuare i piani del Pnrr, e soprattutto velocizzare i processi, soprattutto quelli civili. Perché la lentezza della giustizia ci costa circa 2 punti di Pil”. “Poi nessuno si nasconde che ci sono differenti idee di concepire alcune soluzioni per quanto riguarda soprattutto il diritto penale, ma io – ha precisato Nordio – ho cercato di mettere in evidenza le cose che ci uniscono. E tra queste c’è sicuramente quella di rendere la giustizia più efficiente e più rapida”.
“Le intercettazioni per mafia e terrorismo non si toccano”
Il ministro, inoltre, ha chiarito che “quando parlo di intercettazioni non solo lascio sempre da parte il problema del terrorismo e della mafia su cui non solo non si tocca nulla, ma proprio con il Procuratore nazionale antimafia Melillo stiamo progettando una serie di interventi nuovi, perché la grande delinquenza non comunica coi mezzi tradizionali”. “Quando ho detto che la mafia non parla al telefono, alludevo al fatto che sappiamo perfettamente che oggi le grandi organizzazioni comunicano con mezzi che non siamo in grado di interpretare perché costano tanti soldi”.