Orrore a Palermo: due sorelline violentate per anni da nonno e zio. Arrestati anche i genitori
Un altro orrore di pedofilia familiare, stavolta a Palermo. Due bambine, oggi adolescenti, sono state violentate per anni dal nonno e dallo zio. L’ennesima vicenda di abusi e violenze familiari portata alla luce grazie al coraggio delle ragazze e alla capacità di interlocuzione di una maestra di sostegno, che ha raccolto le confidenze di una delle due e ha fatto partire l’indagine culminata negli arresti di oggi.
L’orrore di Palermo e l’indagine
L’indagine dei carabinieri per violenza sessuale di gruppo, che oggi ha portato all’arresto del nonno, dello zio e dei genitori delle vittime, riguarda due sorelle che all’epoca dei fatti avevano meno di 10 anni e nasce dalla segnalazione dell’insegnante di una delle ragazzine, che oggi hanno 13 e 19 anni. Alla maestra di sostegno la bambina ha raccontato che quando aveva nove anni il nonno e lo zio, approfittando del fatto che a casa non ci fosse nessuno, abusavano di lei sistematicamente. Nell’ordinanza di custodia cautelare, chiesta dalla procura coordinata da Maurizio de Lucia, vengono riportate le parole della vittima che descrivono dettagliatamente le violenze subite in casa. Abusi raccontati anche dalla sorella con le stesse parole. Delle violenze erano a conoscenza i genitori delle vittime che non hanno mai denunciato e perciò sono stati arrestati con l’accusa di violenza sessuale in concorso.
Sulla pedopornografia necessaria la tolleranza zero
Sulla pedopornografia, che in un’ipotetica scala gerarchica dei reati occupa il primo posto, è sempre più necessaria la tolleranza zero. Fratelli d’Italia ha presentato il vecchio disegno di legge Meloni del 2013, incredibilmente mai approvato dal centrosinistra, che esclude ogni possibilità di patteggiamento, ancora oggi prevista in rarissimi casi, per tutti i reati connessi alla pedofilia, ivi compreso il semplice possesso di materiale pedopornografico.
Una “brava maestra”
In un mondo della Scuola spesso vituperato emerge la figura della maestra di sostegno, che è stata brava a fare emergere i racconti di una delle bambine e a segnalare il tutto alla giustizia. Un esempio di professionalità e amore per l’infanzia che va segnalato.