Pd, ora lo dice pure Zingaretti: «Con Schlein alle europee non arriviamo manco al 17%»
«Mah, secondo me con questa alle europee non arriviamo manco al 17 per cento». Parola di Nicola Zingaretti, che a dar retta a Salvatore Merlo de Il Foglio, avrebbe confidato la funesta previsione ai compagni ravennati appena sceso dal palco della Festa dell’Unità in via di svolgimento nella città romagnola. La «questa» da lui evocata è, ovviamente, Elly Schlein, che lui alle primarie pur votò, non in sfregio all’altro candidato Stefano Bonaccini ma proprio perché convinto che affidarsi ad un nome estraneo alla schiera degli apparatčik fosse soluzione buona e giusta per il Pd. Invece, tempo dieci mesi, e Zingaretti è già mestamente andato ad infoltire la già affollata legione dei delusi (o disillusi) da Elly.
L’indiscrezione pubblicata da Il Foglio
Cose che capitano in questa politica a menu fisso basato sul nuovismo senza progetto e su leadership mediatiche. Quella della Schlein, poi, si è subito caratterizzata per un movimentismo senza né capo né coda, che la porta ad abbracciare tutte le cause evidenziando un’ansia da prestazione degna di miglior causa. E così un giorno rincorre Conte, l’altro Fratoianni e l’alto ancora Bonelli. L’unico punto fermo della sua simil-strategia è il “no” a Renzi mentre stringerebbe volentieri un patto federativo con l’altro vedovo del Terzo polo, quel Carlo Calenda che pure abbandonò sull’altare Enrico Letta dopo avergli giurato amore eterno.
Zingaretti esplicita quel che molti nel Pd pensano
E non è che vadano meglio le sue performance in trasferta, anzi: Elly è appena tornata da Parigi, dove era giunta al grido “fuori la verità su Ustica” solo perché aveva scambiato l’intervista di Giuliano Amato a Repubblica sulla tragedia del Dc-9 per un siluro alla Meloni quando era (forse) solo un «pizzino» (copyright del vicedirettore di Libero Pietro Senaldi ) degli editori Elkann a Macron per questioni relative a Stellantis. L’impressione, insomma, è che Schlein si muova con la grazia di un elefante in una cristalleria. Da qui la sinistra (per lei) profezia di Zingaretti, in un certo senso avvalorata da sondaggi che vedono il Pd da tempo statico su quota 20. E, si sa, dallo stallo alla picchiata è un attimo.