Ricordate gli sms Inps sul reddito di cittadinanza? Due “occupabili” su tre erano fannulloni
Ricordate la polemica per gli sms dell’Inps che sospendeva il reddito di cittadinanza? La realtà dei fatti sta emergendo in questi giorni, smentendo le apocalittiche dichiarazioni di Landini, Schlein e del padre di quel provvedimento, l’ex premier M5s Giuseppe Conte. Su 190mila occupabili che hanno perso il sussidio, solo 55mila si iscrivono ai corsi di formazione per trovare un impiego. E gli altri due su tre? Fannulloni o furbetti.
Dagli sms Inps alle polemiche di grillini, Pd e Cgil
Come scrive Libero quotidiano, titolando in prima pagina “I fannulloni erano davvero fannulloni”, «rispetto alle catastrofiche previsioni di sindacati e opposizioni, che da mesi continuano a parlare di bomba sociale e di rivolta dei poveri, la platea di chi è rimasto senza il sussidio pubblico si è più che dimezzata. Ciò significa che gran parte del milione di nuclei per circa 2,3 milioni di persone coinvolte da gennaio continuerà a ricevere un sostegno, con il nuovo Assegno di inclusione. Resta però che da capire che fine hanno fatto i circa 150mila occupabili che mancano all’appello. Perché non hanno presentato la domanda per ricevere il Supporto per la formazione e il lavoro, che, in attesa dell’impiego, vale pure 350 euro al mese?».
Fannulloni o furbetti: i numeri Inps non lasciano spazio ad altre ipotesi
Libero divide quelli che hanno rinunciato “anche ai 350 euro al mese” in due categorie: fannulloni o furbetti. «L’epilogo indecoroso del reddito di cittadinanza è tutto in due numeri che circolano in questi giorni. Da una parte le 55mila domande arrivate alla nuova piattaforma del Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa (Siisl). Dall’altra i poco meno di 200mila “esodati del reddito”, come li chiamano i pentastellati, ovvero chi è stato ritenuto in grado di guadagnarsi da vivere e non ha figli piccoli o disabili a carico e in queste ultime settimane ha ricevuto il fatidico messaggino dell’Inps che annunciava la fine della cuccagna».
Il quotidiano diretto da Mario Sechi mette in campo due ipotesi. «La prima è che chi intascava i soldi pubblici non ne avesse poi così bisogno. In qualche modo, legale o meno, riusciva a sbarcare il lunario e quindi, cessata l’erogazione, si è messo l’anima in pace e ha continuato tranquillamente a restare sul suo divano. Ma la più probabile è la seconda. E cioè che la quota di beneficiari che non si è iscritta alla piattaforma coincida con quel 15-20% di percettori che, secondo l’Inps, ha cumulato il reddito di cittadinza con un lavoro in nero. Che questi fossero occupabili, visto che già svolgevano un’attività, ci sono pochi dubbi. Quindi la riforma ha colpito nel segno».
«Insomma, ci sono altissime probabilità che quei 150mila desaparecidos siano fannulloni o furbetti. Il che fa salire la bile fino al cervello al pensiero che ogni anno siano stati spesi fior di miliardi dei contribuenti per infilargli in tasca una paghetta».